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Sarà per quell’architettura unica che ha reso famosa questa cittadina nel mondo: i trulli, costruzioni in pietra a secco dalla particolare forma terminante a cono, che caratterizzano i rioni Monti e Aia Piccola.
Sarà anche per altri edifici di natura religiosa che conferiscono al luogo un fascino tutto particolare: la Chiesa di Sant’Antonio, in cima al rione Monti, a croce greca e interamente realizzata in stile trullo.
E poi la Basilica dei Santi Cosma e Damiano, patroni di Alberobello, con le sue due torri campanarie e all’interno della quale si custodiscono due statue lignee settecentesche e il reliquiario con i frammenti ossei dei santi.
Imperdibile una visita al museo cittadino che ospita, in quindici trulli comunicanti tra loro, testimonianze della cultura contadina di un tempo, tradizione che si rispecchia genuinamente nella cucina alberobellese: semplice ma gustosa.
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Per cominciare, la pasta fresca: cavatelli e orecchiette conditi con cime di rapa, aglio, alici e mollica fritta, cavatelli con pomodoro e cacioricotta, lasagna col baccalà… vere delizie!


I secondi piatti si accompagnano spesso alle abbondanti verdure del territorio: cardi, carciofi viola, cicorielle, peperoni. E proprio tra i secondi meritano sicuramente un assaggio le bombette di carne, il coniglio con patate e lampascioni, la pecora in pignata.


E poi focaccia barese, stracciatella e burrata, baccalà fritto o arrosto, panino con polpo arrosto e tanto altro. A proposito di panino, da provare il tradizionale “Pasqualino”, farcito seguendo un ordine rigoroso: prima tonno, poi capperi, salame e provola.


Voglia di dolce? Imperdibili le pettole, frittelle bagnate nel miele o cosparse di zucchero.




Mariachiara de Martino


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