Siti Regione: il fatto di esserci da solo non basta
Come è ormai noto le PA italiane stanno entrando nell’era della digitalizzazione anche nel variegato mondo della burocrazia e delle amministrazioni locali. Con il prossimo passaggio al federalismo fiscale , si rende necessaria una revisione dei contenuti e dell’accessibilità dei portali regionali, in modo da poter offrire un servizio omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Una ricerca commissionata dal Ministero dell’Innovazzione , condotta dall’Università del Salento, insieme ad Inforav ed Eustema, dimostra come ci siano molte diparità tra i siti istituzionali delle Regioni; ogni Regione ha un proprio sito e una struttura distinta, sia per accessibilità che per contenuti, il che evidenzia anche la propensione o meno verso il web 2.0 e tutto ciò che ne concerne.
Estrapolando i dati della ricerca si nota come ci sia un approccio differente fra Nord e Sud del Paese: un Nord/Nord-Est che offre molti servizi avanzati, in linea con le nuove esigenze degli utenti, mentre un Sud che nella maggior parte dei casi presenta portali di tipo esclusivamente contenutistico, limitando l’interazione con i propri cittadini.
Tra le eccezzioni c’è da annoverare quella della Regione Basilicata: il sito del portale istituzionale lucano rientra nella speciale classifica dei migliori 10 siti nazionali, conquistando la nona posizione. Anche Puglia e Calabria si distinguono per una spiccata propensione alla pubblicità legale. Tutti i portali però sono in linea con i dettami della Legge Stanca del 2004, per favorire l’accesso dei soggetti diversamente abili agli strumenti informatici di ultima generazione.
L’indagine rientra in una più ampia strategia per garantire alla cittadinanza un servizio locale più efficente e con standard omogenei in tutto il Paese. Inoltre, l’elevato numero di utenti che si affaccia ai portali delle Regioni è un chiaro segnale di come l’informazione locale sia il futuro, considerando l’ormai prossimo federalismo fiscale. Infatti, l’attenzione degli utenti si sposterà dalla PA centrale a quelle dislocate nelle regioni di provenienza; questo potrebbe causare diversi disagi nell’accesso a servizi e informazioni.
Servirebbe perciò un’uniformità di servizi ed una regolamentazione nella progettazione dell’offerta Web da parte delle regioni, nel rispetto dello spirito di confronto e riutilizzabilità introdotto anche dalla riforma Brunetta. Le Linee guida per i siti web delle PA si collocano a pieno titolo nell’ambito delle iniziative di innovazione delle amministrazioni pubbliche promosse dal Ministro Brunetta per realizzare un rapporto aperto e trasparente con i propri utenti e avviano, per la prima volta in Italia, un processo di “miglioramento continuo” della qualità dei siti web pubblici.
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