Foto
 

Una grande esperienza nel mondo della ristorazione, la conoscenza delle tradizioni italiane e il gusto di saperle rinnovare e reinterpretare. Sono questi gli “assi” che hanno permesso alla famiglia Martone di calare un tris vincente in Scozia, a Edimburgo: “Ciao Roma”, “Bar Italia” e “Martone” sono i nomi dei loro tre locali.
Lo spirito con cui i fratelli Fabio e Franco gestiscono i tre ristoranti è quanto di più italiano ci sia, ovviamente nell’accezione positiva del termine. Grande rispetto delle tradizioni, attenzione alle materie prime e quel “genio italico” alla base di tante storie di successo dei nostri connazionali nel mondo.
In questo caso rappresentato dall’intuizione di riempire i ravioli con l’haggis, il piatto tradizionale scozzese, a base di frattaglie di pecora, reinventato nelle cucine della famiglia Martone. A spiegare come sia stato possibile ingentilire una pietanza così “hard” è Fabio, a cui è venuta l’idea di unire le due preparazioni.


«Quando ne ho parlato con il mio pastaio di fiducia mi ha preso per matto - spiega - invece ora è uno dei nostri piatti più in voga. Ci abbiamo tanto lavorato su perché l’haggis non è così semplice da abbinare, ma grazie a una crema di panna e whisky per condire i ravioli siamo riusciti nell’impresa. Adesso, ogni volta che il mio pastaio viene qui per le preparazioni, porta con sé in Italia un pacco pieno dei ravioli all’haggis».


Com’è nata la decisione di trasferirvi in Scozia?

«Nel nostro paese - Vitulano, in provincia di Benevento - eravamo già attivi nel settore della ristorazione, a prendere l’iniziativa di partire è stato mio fratello. Io poi l’ho seguito e ormai sono qui da trent’anni».


Avete tre locali qui a Edimburgo, come sono differenziati tra di loro?

«“Bar Italia” e “Ciao Roma”, sono due ristoranti molto simili, anche nel menù. Con “Martone” puntiamo più su un pubblico da bar, grazie soprattutto al nostro gelato, con il quale abbiamo vinto per due anni il campionato scozzese di ice cream».


Qual è il “segreto” del vostro gelato, quindi?

«Lo lavoriamo in maniera artigianale e tradizionale, ma cerchiamo di metterci dentro tanta innovazione, soprattutto nella ricerca del gusto: caramello salato, mascarpone con balsamico e prugne, sono solo alcune delle nostre “invenzioni”, tra le quali non posso non citare il gusto che porta il nostro nome, il “Martone”. Ha una base di pesca con l’aggiunta di amaretti. E poi sperimentiamo anche con i sorbetti, abbiamo quello al gin e quello alla grappa e lamponi. Tutti prodotti che si trovano nei nostri tre locali».


Passando invece al salato, quali sono i vostri piatti forti?

«I ravioli all’haggis di sicuro, anche i nostri clienti italiani ormai li apprezzano moltissimo. Più in generale la pasta, tutta fresca e fatta in casa. Ovviamente va forte anche la pizza, con la quale pure abbiamo cercato di fare una “fusione”. Abbiamo provato a conciliare la tradizione romana con quella napoletana. Tra l’altro, a breve, offriremo ai nostri clienti anche la pinsa: verrà uno specialista da Roma a fare un workshop con il nostro personale».





Foto
 




Foto
 

A proposito di personale, a quante persone date lavoro con i vostri tre locali?

«In tutto, tra Bar Italia, Martone e Ciao Roma, da noi sono impiegate una settantina di persone».


Cos’è che vi rende unici rispetto alla vostra concorrenza, anche italiana, lì a Edimburgo?

«Il fattore familiare, sia nel senso dell’ospitalità che delle preparazioni. Facciamo tutto in casa, puntando su una grande esperienza e sulla conoscenza approfondita delle nostre tradizioni gastronomiche».


Avete progetti per il futuro?

«Entro la fine dell’anno dovremmo aprire un altro locale qui a Edimburgo, ma nel lungo termine sto facendo di tutto perché si realizzi il mio grande sogno: aprire un pastificio qui in Scozia, dove produrre una pasta fresca e di qualità».


Potrebbe essere questo il quarto “asso” con cui la famiglia Martone chiuderebbe un meritatissimo poker di successi.





ID Anticontraffazione n. 8003


Alessandro Giannace

Foto
notizie Francesco Siervo: Ambasciatore della pizza “Made in Napoli” in Polonia Presso la Pizzeria Trattoria Made in Napoli a Sicòw, in Polonia, potete gustare la vera pizza napoletana preparata dall’ambasciatore della pizza italiana in Polonia, il sig. Francesco Siervo.
Foto
notizie Vino biologico Made in Italy, volano le esportazioni Anche all'estero apprezzano il buon vino.
Foto
notizie Pasticceria Chiara, dove l’arte pasticcera diventa una dolce ed emozionante “coccola”   La Pasticceria Chiara ad Olgiate Olona (Va) è il luogo ideale in cui fare il pieno di energia al mattino gustando un’indimenticabile colazione in cui regnano sovrani inediti croissant dei quali vi innamorerete letteralmente. Qui potrete anche fare il pieno di gustosi dolci per una pausa relax, per festeggiare una ricorrenza o semplicemente per concedervi una prelibata coccola. La Pasticceria Chiara nasce nel 1974 per regalare emozioni e “coccole” ai suoi clienti tramite un assortimento di dolci tradizionali, torte, croissant, prodotti lievitati. È in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di palato. Oggi è gestita da Fabio Longhin che con tanto amore ha apportato alla tradizione della sua famiglia di pasticceri un’impronta moderna grazie alla sua costante voglia di sperimentare e ricercare materie prime sempre più innovative, salutari e gustose. Il suo lavoro da pasticcere gli consente di non smettere mai di dare sfogo alla sua fantasia e alla sua voglia di mettersi continuamente in gioco. Grazie alla sua verve creativa è nato Delirium, il panettone che ha alla base una miscela arabica e robusta dalla crema consistente e dal gusto morbido, un candito orientale, una tipologia di farina evoluta e un cioccolato equo solidare. Delirium è un panettone in vasocottura. Il suo originale vaso in vetro garantisce il mantenimento di tutti gli aromi e una shelf-life molto più estesa nel tempo. Dell’amore e della passione che Fabio Longhin ci mette ogni giorno nel creare le sue specialità e dell’importanza delle materie prime che sono alla base delle sue creazioni ci parla in questa esclusiva intervista.