Il superamento del digitale divide e in prospettiva la realizzazione delle reti in fibra ottica passano anche attraverso le Province italiane: basti pensare al ”valore aggiunto” costituito da quei 140.000 km di strade provinciali che possono diventare ”vere e proprie autostrade dell’informatizzazione del Paese”. A sottolinearlo e’ il presidente dell’Upi, l’Unione delle Province italiane, Giuseppe Castiglione, che ha da poco firmato con Telecom Italia un protocollo per l’utilizzo di tecniche di scavo non invasive per la posa dei cavi. La principale novita’ e’ la ‘minitrincea’, un piccolo scavo in grado di ridurre l’impatto ambientale e il costo dei lavori per il potenziamento della larga banda.

L’occasione per fare il punto sul ”ruolo delle province e il contributo degli operatori” nel Piano nazionale per la banda larga e’ il convegno che sotto questo titolo prende il via oggi a Catania. L’accordo tra Upi e ministero dello Sviluppo economico firmato dallo stesso Castiglione, presidente della Provincia di Catania, e’ stato reso immediatamente operativo grazie alla costituzione di un Comitato di attuazione.

”Nei prossimi mesi – ha detto il presidente dell’Upi – saremo impegnati nell’effettuare una prima ricognizione delle infrastrutture di rete a banda larga provinciali, una indagine che si chiudera’ entro il prossimo dicembre. Questo monitoraggio e’ necessario per verificare quale sia lo stato degli interventi in atto, nelle zone cosiddette a fallimento di mercato”. E’ dove gli operatori non arrivano, che ”le Province possono e devono attivarsi per realizzare direttamente infrastrutture di comunicazione, con interventi mirati insieme alle Regioni. Non possiamo permetterci di lasciare aree del Paese fuori dalla Rete”, ribadisce il presidente dell’Upi. Non e’ solo per una questione economica, che pure ”e’ pressante”, e’ anche, e soprattutto, ”una scelta politica: quella, cioe’, di assicurare pari diritti a tutti i cittadini”. Per questo, anche tramite il protocollo firmato nel febbraio scorso con il ministero dello Sviluppo economico, l’obiettivo e’ ”assicurare agli operatori delle telecomunicazioni procedure semplici e rapide”.
Dunque, attraverso la semplificazione delle procedure di posa delle fibre ottiche nelle strade provinciali, si puo’ dare un taglio netto ai tempi dei lavori degli operatori, ridurre fino all’80% i costi socio ambientali in termini di disagi per i cittadini e per le amministrazioni, e non da ultimo, del 67% gli incidenti sul lavoro. E’ possibile ottenere questi risultati attraverso l’utilizzo delle cosiddette ‘minitrincee’, scavi di pochi centimetri di larghezza e di soli 30 centimetri di profondita’. Uno strumento, quindi, ”reale, concreto, per contribuire al superamento del digital divide di prima generazione”.
Tuttavia, in tempi di dibattito sulle reti di nuova generazione, quelle che usano la fibra ottica, e’ bene ricordare che la semplificazione delle procedure vale anche per la realizzazione delle reti di nuova generazione a larghissima banda per consentire agli operatori di telecomunicazione di portare la fibra ottica fino alle utenze finali. Come Province, ”non abbiamo nessuna intenzione di creare una nostra, altra, rete di infrastruttura delle telecomunicazioni. Anzi, l’obiettivo che ci siamo dati, e che grazie al Protocollo con il Ministero che ha trovato una concreta applicazione, e’ di contribuire con il nostro capitale di risorse materiali e immateriali, con il nostro know how in termini di progetti e di personale altamente qualificato, con la nostra rete stradale, a che non si duplichino gli interventi e non si perdano soldi e tempo preziosi”, ha spiegato Castiglione ricordando esperienze gia’ avviate e altre in cantiere.
La Provincia di Milano sta lavorando per raggiungere 123 Comuni dalla dorsale in fibra ottica con circa 4.000 Km di infrastruttura posata. La Provincia di Roma, che, con il suo ‘Piano Innovazione’, investira’ nei prossimi 5 anni 7 milioni di euro per assicurare il diritto alla connessione alla sua comunita’. E, ancora, c’e’ Provincia di Lucca che ha lavorato per connettere le zone rurali e montane non ancora servite da internet veloce attraverso l’installazione di ripetitori wireless, arrivando a coprire oltre il 90% del territorio, cioe’ circa 60 mila cittadini.
Il protocollo appena siglato con Telecom Italia in questo senso e’ da considerarsi un ‘modello di convenzione’ che potra’ essere stipulato tra le amministrazioni provinciali e tutti gli operatori di telecomunicazione. La Provincia di Catania ha siglato in mattinata un protocollo operativo con Telecom, ma anche con gli operatori alternativi Wind, Fastweb, Vodafone, e con Mandarin attiva in Sicilia con il wi-max.
“L’obiettivo che ci siamo posti – ha concluso Castiglione- e’ di arrivare ad una applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale della normativa, delle terminologie e dei parametri essenziali (ad es. profondita’ e larghezza degli scavi), e della riduzione dei tempi di approvazione e di realizzazione dei lavori che utilizzano queste nuove modalità”. (Adnkronos)

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