Se si potesse tralasciare il difficile momento finanziario di questi ultimi tempi non sarebbe una notizia eccezionale quella che vede l’Ikea, colosso svedese dell’arredamento, comprare in Italia più di quanto venda. D’altra parte la storia del desin vede la nostra penisola come una fucina ricca di stili e forme diffusi ormai in tutto il mondo.

La vera notizia dunque è un’altra: il mercato del mobile italiano viene preferito a quello cinese anche per il prezzo. “ Recentemente” ha detto Lars Petersson, a.d. del gruppo in Italia “abbiamo individuato nuovi partner italiani che hanno preso il posto di fornitori asiatici, grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più bassi dei loro concorrenti asiatici”.

Colpo duro per il mercato cinese, che possiede nei suoi prezzi competitivi l’arma vincente. L’8% degli acquisti del colosso svedese viene fatto in Italia e soltanto il 7% è il volume delle vendite: l’Italia risulta essere dunque un punto nevralgico del mercato dell’Ikea che “ è alla ricerca continua di possibili sviluppi degli acquisti in Italia che punta ad incrementare”.La zona di produzione più redditizia è il settentrione: Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli. Particolarmente famoso è il territorio Brianzolo, comprendente Cantù e paesi limitrofi. L’affidabilità, la qualità del prodotto e la competenza fanno dei mobili italiani un’eccellenza esportata nel mondo: dallo stile Cantù a quello Veneziano. Ma il cavallo di battaglia del mercato italiano è un settore particolare dell’arredamento: la cucina. Una su tre venduta in tutto il mondo è stata prodotta in Italia.

Giangiacomo Morozzo

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