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Battistero di Firenze

Firenze. Culla della cultura italiana. Ammirata – e invidiata – dai turisti di tutto il mondo. E come potrebbe essere altrimenti? Duomo, Ponte Vecchio, Uffizi, Piazzale Michelangelo e la lista potrebbe andare avanti quasi all’infinito. Tuttavia, come ogni grande citta’ che si rispetti, anche il capoluogo toscano ha degli angoli sconosciuti ai piu’, leggende la cui eco risuona ancora tra i vicoli, piccole curiosita’ tramandate di generazione in generazione. Scopriamoli insieme.



Ho perso la testa per te

La signora Berta – un busto in marmo senza iscrizioni – si trova sul lato della Chiesa di Santa Maria Maggiore che da’ su via de’ Cerretani. Le origini di questa semplice scultura sono avvolte nel mistero.
Secondo alcuni, Berta era una fruttivendola che dono’ a Santa Maria Maggiore una campana, il cui rintocco avrebbe avvisato i mercanti dell’apertura e della chiusura delle porte cittadine. I fiorentini, per riconoscenza, le fecero costruire una piccola statuina.
Secondi altri gli avvenimenti furono ben piu’ sinistri, tanto da meritarsi l’appellativo di “maledizione di Cecco d’Ascoli”. Costui – rinomato filosofo ingiustamente condannato per eresia – prima di essere arso sul rogo in Piazza Santa Croce venne portato in processione lungo via de’ Cerretani. Si racconta che l’uomo, tormentato dalla sete, si fermo’ proprio nel luogo dove ora si trova il busto, e chiese a qualcuno dell’acqua. Una donna di nome Berta si affaccio’ da una finestra, e intimo’ ai presenti di non accogliere la richiesta dell’eretico: essendo un servo del diavolo, anche una sola goccia d’acqua lo avrebbe reso immune alle fiamme purificatrici. Cecco, fuori di se’ dall’ira, maledi’ Berta, augurandole di non poter piu’ essere in grado di allontanare la testa da quel davanzale. Detto, fatto.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona

Sulla Piazza della Santissima Annunziata si affaccia l’antico Palazzo Grifoni, attorno al quale gravita una struggente – ed inquietante – leggenda. Si racconta che una bellissima fanciulla sposo’ il rampollo della famiglia, e che i due innamorati andarono a vivere nella lussuosa dimora del giovane. Il destino, tuttavia, ci mise lo zampino. Grifoni venne chiamato in guerra e fu costretto a partire, abbandonando cosi’ la moglie, che lo saluto’ dall’ultima delle finestre del secondo piano.
Ella attese il ritorno del suo prode cavaliere per anni e anni, sempre affacciata al davanzale. Mori’ anziana, senza mai rivederlo. Quando gli impresari funebri portarono via il corpo della donna, uno dei suoi parenti chiuse la famigerata finestra. I mobili cominciarono a traballare, le luci a spegnersi e accendersi, i quadri a cadere. La finestra venne nuovamente aperta, e da quel giorno non e’ mai piu’ stata chiusa.


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Chiesa di Santa Maria del Fiore

Pericolo: caduta massi

Santa Maria del Fiore e‘, senza ombra di dubbio, la chiesa piu’ caratteristica dell’intera citta’. Venne consacrata il 25 marzo del 1436, quando Brunelleschi appose gli ultimi tocchi alla sua straordinaria cupola. In cima a quest’ultima, dal 1468, troneggia una sfera di rame dorato realizzata da Andrea del Verrocchio. L’opera misura due metri e trenta centimetri di diametro e pesa ben due tonnellate.
Pochi sanno, tuttavia, che l’imponente globo cadde due volte. La prima nel 1492, la seconda nel 1600, quando un fulmine lo colpi’ in pieno durante un fortissimo temporale, facendolo staccare e precipitare lungo il lato destro del Duomo. Ancora oggi e’ possibile vedere un profondo cerchio sulla pavimentazione tra via del Proconsolo e Santa Maria del Fiore: trattasi del punto esatto in cui, quattro secoli or sono, l’enorme palla si schianto’ al suolo.

Sympathy for the Devil

Lungo via de’ Vecchietti, all’angolo con via Strozzi, si puo’ osservare – ancorata a un palazzo – la statuina di un piccolo diavoletto, la cui origine ha oscure radici.
Si dice che la scultura sia ispirata a un incrocio di via Strozzi, il cosiddetto Canto dei Diavoli, il cui nome e’ a sua volta legato a un aneddoto riguardante San Pietro Martire. La leggenda narra che, durante una messa, un cavallo nero apparve innanzi al frate, per poi lanciarsi al galoppo contro la folla di fedeli, seminando il panico.
L’animale, in realta’, era il demonio sotto mentite spoglie: San Pietro riusci’ a scacciarlo e a respingerlo grazie al segno della Croce.


L’arte di muoversi inosservati

Il Corridoio Vasariano: tutti vogliono visitarlo, pochissimi ci riescono. Trattasi di un percorso sopraelevato che collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti, passando per gli Uffizi e Ponte Vecchio. Un vero e proprio gioiello che permette ai visitatori di ammirare Firenze dall’alto, attraversando addirittura l’Arno, e che offre scorci panoramici di grande bellezza.
Costruito nel 1565 per volere di Cosimo I de’ Medici, fu progettato dall’architetto Giorgio Vasari per dare modo ai granduchi di spostarsi liberamente e in totale sicurezza dalla loro residenza al palazzo governativo. Il corridoio, lungo piu’ di un chilometro, fa attualmente parte della Galleria degli Uffizi, e al suo interno e’ esposta la piu’ importante collezione al mondo di autoritratti, nonche’ numerosi ritratti del Seicento e del Settecento.

Il percorso inizia appunto dagli Uffizi e termina nel Giardino di Boboli, presso la Grotta del Buontalenti. Per via della ristrettezza degli ambienti e per proteggere al tempo stesso le opere, puo’ essere visitato solo da gruppi, previa prenotazione. Il Corridoio Vasariano e’ al momento chiuso, ma non a tempo indeterminato: riaprira’ infatti a breve.

Oh bischero, icche’ tu fai?

“Bischero” e’ una delle parole piu’ amate dai fiorenti. L’origine di questo termine e’ legato alla famiglia dei Bischeri, una casata estremamente facoltosa. Verso la fine del 1200, la Repubblica Fiorentina decise di costruire la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, e caso volle che i Bischeri possedessero numerose proprieta’ nella zona dove il Duomo doveva essere edificato. Il governo decise di offrire alla nobil famiglia un’ingente somma di denaro per acquistarle tutte, ma la casata rifiuto’, iniziando a mercanteggiare sul prezzo. Inutile dire che, poco tempo dopo, la Repubblica si spazienti’, esproprio’ le abitazioni dei Bischeri, e li risarci’ con pochi fiorini d’indennizzo.
Da allora il termine “bischero” viene usato per indicare una persona decisamente poco furba.

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news Ristorante Al Piccolo: come “sentirsi a casa” gustando il vero Made in Italy in Belgio Nel comune belga di Woluwe-Saint-Lambert vi è un ristorante italiano chiamato Al Piccolo in cui è possibile gustare i piatti tradizionali della cucina italiana preparati con amore e passione. Il suo nome allude all’ambiente piccolo, confortevole accogliente in cui è piacevole “sentirsi a casa” mente si mangia il vero cibo italiano. Molto richiesti sono i primi piatti come i tagliolini al tartufo e secondi a base di carne di qualità proveniente direttamente dall’Italia.
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news “Italienisches Eiscafe Sion”: gelateria italiana dal 1982 La gelateria italiana Sion a Osnabrück offre dal 1982 deliziose varietà di gelato che vi conquisteranno subito grazie all’alta qualità offerta dalle materie prime. Grande importanza è data al fatto che il loro gelato sia prodotto in modo artigianale e che soddisfi gli standard di qualità più elevati. All’interno di questa gelateria a conduzione familiare non troverete solo dei dipendenti ma una vera e propria famiglia pronta ad accogliervi e a servirvi la miglior qualità di gelato possibile. Inoltre, da circa un anno la gelateria Sion offre anche un piccolo menù di pizze che completano l’offerta permettendo ai loro clienti di poter assaporare l’italianità in modo completo. Scopriamo di più riguardo questa attività in questa intervista.
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news La Mariposa de Franz, un viaggio emozionale di esplorazione culinaria   Nella cittadina spagnola di Murcia, vi è il ristorante La Mariposa de Franz in cui si possono gustare i tradizionali piatti italiani preparati rispettando le ricette che si tramandano di generazione in generazione. Aprendo nel 2012 questo ristorante italiano, Francesco D’Amico ha voluto concretizzare il sogno di promuovere l’autentico Made in Italy all’estero offrendo la qualità e la genuinità che fanno la differenza. Inoltre attraverso la cucina de La Mariposa De Franz è possibile intraprendere un viaggio sensoriale ed emozionale che lascerà il segno. Immersi in un’atmosfera calorosa, accogliente e conviviale ci sentirete come se foste in Italia. Presso La Mariposa De Franz, oltre ai piatti tipici della tradizione culinaria italiana, si può mangiare la tanto famigerata pizza napoletana farcita con ingredienti di alta qualità, provenienti direttamente dall’Italia e cotta su forno a legna. Grazie alla sua ampia carta dei vini italiani il signor Francesco D’amico vi orienterà verso l’etichetta che ben si abbina ai piatti che sceglierete. Imperdibili sono le serate di degustazioni vini abbinate ad una determinata specialità. Di fatti nel campo della ristorazione non si finisce mai di imparare e sperimentare. È ciò che ci racconta con tanto entusiasmo Francesco D’amico in questa esclusiva intervista.