Poter degustare il proprio vino preferito aiutando l’ambiente. Una scelta seguita da molti eno-appassionati, che coniugano così la passione per il vino a scelte ecosostenibili. L’eco-enologia sarà protagonista anche a Vinitaly , con molte aziende di settore, presenti al Salone del vino, in programma a Verona dal 7 all’11 aprile.

Sono diverse le soluzioni per un’azione eco-enologica completa. Accorciare le distanze negli acquisti, cioè preferire il ”vino a km 0” prodotto da cantine locali. Prediligere la viticoltura biologica e biodinamica, che utilizza solo sostanze che si trovano in natura o ottenute dall’uomo attraverso semplici processi, senza Ogm e fertilizzanti e antiparassitari chimici di sintesi. Scegliere le cantine con certificazione ambientale (ISO 14001 o EMAS) , sinonimo di concreto impegno ecologico delle aziende che le adottano.
In alternativa, preferire comunque cantine enviromental friendly, quelle cioè che pur non avendo nessuna certificazione, adottano comunque pratiche ecosostenibili. Quelle costruite secondo i dettami della bio-architettura, effettuano il recupero delle acque grazie a impianti di depurazione, utilizzando impianti fotovoltaici o a biomasse per la produzione di energia.
Prediligere le bottiglie in vetro alleggerito, che permettono un risparmio sia in termini di energia usata nel processo produttivo sia in emissioni di CO2; preferire etichette in carta riciclata; risparmiare con gli acquisti ”collettivi”, fatti attraverso i Gav, Gruppi di acquisto del vino , formati da eno-appassionati che preferiscono ”saltare” la mediazione del punto vendita, incaricando un membro del gruppo di recarsi direttamente dal produttore e risparmiando così in termini di viaggi, trasporti, materiali ed energie.
Dal vetro al sughero, la parola d’ordine è riciclo; entrambi sono infatti riciclabili e riutilizzabili al 100%. Se il vino avanza, si può riutilizzare in cucina per arricchire gustose ricette. Unica regola, il vino deve essere nelle sue condizioni migliori in quanto a gusto e profumo; il vino del futuro è quello con la ”carbon footprint” in etichetta, ovvero il totale delle emissioni di gas ad effetto serra, espresso in termini di CO2 equivalente, associate ad un prodotto durante tutto il suo ciclo di vita, dalla produzione all’arrivo sulla tavola.
I primi esempi arrivano dalla Nuova Zelanda, ma anche in Italia alcune cantine stanno iniziando a mettere questa indicazione nelle etichette dei propri vini.
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