Prima chef, poi informatico e buyer, infine la pensione e il ritorno al primo amore. La storia di successo di Sergio Crivelli, proprietario dell’omonimo ristorante italiano che ha conquistato i portoghesi con il tartufo e i salumi di Norcia.

Foto
Lo chef Sergio Crivelli
 
«Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre».
Le parole di José Saramago riassumono perfettamente la storia di Sergio Crivelli, affermato chef e restaurant manager, capace di reinventarsi mille e mille volte in vita sua. Anche tornando sui suoi passi e ripartendo dalle origini. E dalla ristorazione, dunque. Il presente sono due italianissimi ristoranti di successo a Matosinhos, cittadina di quasi 200mila abitanti nel distretto di Porto. Sergio Crivelli e Al Mercato del Pesce sono il presente, ma prima di arrivarci il suo cammino è stato lungo: gli inizi nel mondo della ristorazione subito dopo la scuola alberghiera, a Roma, al Grand Hotel Excelsior, poi tanti altri passi e profili professionali tra ristoranti e hotel di lusso a Losanna, Bruxelles e Monaco di Baviera.
Poi  la svolta improvvisa: una chiamata a Londra per lavorare come informatico in IBM, da lì il passaggio alla Wrangler, prima nel reparto tecnico, poi come buyer a caccia di tessuti in giro per il mondo. Ed è proprio durante un viaggio che Sergio si innamora del Portogallo. Ma soprattutto, grazie all’esperienza nel settore commerciale, capisce che c’è il potenziale per aprire un ristorante di successo.
Foto
Tagliere di salumi



Com’è nata la tua idea?

«Quando sono venuto per la prima volta qui in Portogallo ho capito che c’era lo spazio di mercato per aprire un ristorante italiano. Come in tanti altri Paesi l’offerta non mancava, ma non c’era nessuno che rispettasse la nostra tradizione. Volevo far conoscere ai portoghesi la vera cucina italiana. E così nel 2012, quando sono andato in pensione, ho aperto il mio primo ristorante, che porta il mio nome, anche nel marchio».




Quali sono i vostri piatti forti, quelli che vanno di più?


«La pasta fresca di semola, preparata artigianalmente nel nostro laboratorio. Con il tartufo è una combinazione vincente, quindi ravioli e tagliolini sono i formati più richiesti dai clienti. Ma anche la pizza va fortissimo. La prepariamo alla romana, con l’impasto steso molto sottilmente e la cuociamo in un forno a legna con la base rotante. E poi qui vicino, nella regione del Tras Os Montes, viene allevato un vitello dalle caratteristiche uniche. Con il girello prepariamo delle fantastiche scaloppine».


Che tipo di clientela avete?


«Per il 65% i nostri avventori sono portoghesi, poi arrivano anche clienti internazionali, ogni tanto anche qualche italiano che vuole ritrovare i sapori di casa».

Foto
Primo piatto
Foto
Grana a scaglie!

A proposito, proponete anche una selezione di vini italiani?

«Sì, ne abbiamo tanti in carta. Ma puntiamo anche su quelli locali. Proprio perché quando vengono clienti italiani, mi piace far scoprire loro la produzione portoghese».

Cos’è che vi rende unici, eccellenti?

«Se dovessi scegliere un solo elemento, direi sicuramente il laboratorio per la pasta fresca. Siamo l’unico ristorante che è certificato anche per la produzione senza glutine. La pasta ci ha permesso di coniugare la grande tradizione italiana con il re della cucina portoghese, il bacalao: realizziamo dei ravioli a forma di pesce e a forma di Portogallo ripieni di baccalà».

Avete avuto dei riconoscimenti particolari?

«Quello che mi riempie più d’orgoglio  è essere stato chiamato molte volte in televisione a cucinare i piatti tipici italiani, essere riconosciuto come un custode della nostra tradizione».

Progetti per il futuro, o sogni nel cassetto?


«Più che di sogni, penso a delle occasioni. È la mia parte imprenditoriale a parlare: se vedrò un locale con delle buone potenzialità, non esiterò a rilevarlo, proseguendo sempre con la cucina italiana».  


Il viaggio alla scoperta di Sergio Crivelli e dei suoi ristoranti non può che chiudersi, ancora, con le parole di Saramago, pronti a ripartire: «Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono [...] Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito».


Di Alessandro Giannace

ID Anticontraffazione n. 8126
Foto
notizie Pomodoro Ristorante in Francia, una cucina in grado di stimolare inedite emozioni   Il ristorante Pomodoro in Francia vi consente di intraprendere un viaggio autentico nell’arte culinaria italiana. Nelle sue tre sedi (a Metz- Augny, Marie aux chenes e Longeville- les Saint Avold) sarete accolti da un team rigorosamente italiano che vi guiderà tra i sapori degli autentici prodotti Made in Italy. La cucina che avrete la fortuna di assaggiare è gustosa e al tempo stesso salutare perché alla base vi è un’accurata selezione di ingredienti la cui qualità e genuinità fanno la differenza. Come non resistere al gusto di una vera pizza napoletana e un piatto di pasta preparato con tanto amore da chi svolge questo mestiere con entusiasmo passione e soprattutto passionalità! Pranzare o cenare presso il Ristorante Pomodoro sarà un’esperienza indimenticabile perché vi immergerete in un’atmosfera unica e conviviale in cui vi sembrerà di essere in famiglia. Inoltre i piatti che gusterete saranno in grado di emozionarvi. Di come cucinare sia una vera e propria arte in grado di stimolare inedite e indimenticabili emozioni ci parla con tanta passione Chef Cristiano con il supporto di Claire, figlia di Luca il proprietario di questa catena di ristoranti di grande successo in Francia
Foto
notizie Ristorante Portofino: lo charme è francese ma il gusto è tutto italiano Non solo pizza e pasta. In carta un ventaglio di specialità di pesce e cacciagione.
Foto
ricettivita Hotel Ancora: a Cortina l’innovazione incontra la tradizione È la struttura ricettiva più antica in città e grazie ai sapienti tocchi della proprietaria, Flavia Cusinato, ricrea l'atmosfera di una casa privata in ambienti eleganti e ricchi di storia
Foto
notizie Pavarotti Ristorante Italiano, quando creatività e perseveranza portano a risultati eccellenti   Il Pavarotti Ristorante Italiano si trova nel pesino danese di Tonder. È un ristorante italiano di qualità che da circa due anni è gestito da Thomas Micoletti, uno chef di origini siciliani che è letteralmente innamorato del suo lavoro. Ogni giorno infatti persegue il compito di educare il popolo danese al “mangiare bene e sano”, la filosofia tipica della nostra cucina ricca di tradizioni e ingredienti salutari che fanno davvero la differenza in Danimarca. Nonostante la pandemia chef Thomas non si è scoraggiato minimamente. Insieme al suo staff ha creato un servizio driving di qualità e molto apprezzato dalla gente della zona che non ha voluto rinunciare a mangiare una pizza di qualità nemmeno in un periodo così difficile. Il menù del Pavarotti Ristorante Italiano, oltre a pizze napoletane gustose comprende piatti creativi in cui sapori inediti si fondono per deliziare letteralmente qualsiasi tipo di palato, anche quello più esigente. Il merito del successo del Pavarotti Ristorante Italiano risiede nella creatività di chef Thomas, nella professionalità del suo staff e soprattutto nei prodotti freschi e genuini, importati direttamente dall’Italia e che sono alla base delle sue specialità memorabili. A rendere una cena o un pranzo indimenticabile, presso Pavarotti Ristorante Italiano, ci pensa anche il suo ambiente vintage che vi farà sentire come se foste in Italia per respirare e farvi contagiare da un’italianità fatta di gentilezza, cordialità e passione per il proprio lavoro. Del suo coraggio di perseguire il suo sogno di gestire un ristorante proprio, di quanto è importante essere creativi in questo lavoro ci racconta, con tanta passione ed entusiasmo, lo chef Micoletti Thomas in questa esclusiva intervista.