Un’ottima miscela di caffè, selezionata e preparata con gusto italiano, a un prezzo di mercato ragionevole. È la missione, non da poco, di cui si è fatta carico un’azienda italiana, che proprio per questo merita un posto in prima fila tra le eccellenze tricolori.
È la Busonero Coffee, torrefazione toscana dalla lunghissima storia: l’azienda è stata fondata a Grosseto nel 1961 e dal 2008 ha aperto uno stabilimento nella zona industriale di Medway, a una quindicina di fermate di metro dal centro di Londra.
A mandare avanti l’attività oltremanica è il sig. Marco Busonero, che ha raccontato così la sua personale storia e quella della torrefazione di famiglia.

Londra
I pittoreschi colori della Londra by night

«Abbiamo mosso i primi passi nel 1961. Allora mio padre, che aveva già lavorato alle dipendenze in una torrefazione per sei anni, decise di mettersi in proprio. Io ho iniziato sin da subito a fare questo lavoro nel 1978, appena finite le scuole dell’obbligo».


Com’è nata la decisione di aprire uno stabilimento in Gran Bretagna?

«È stato principalmente un discorso di business. Avevamo già un distributore in Inghilterra dal 2001, dal 2004 siamo diventati suoi partner ufficiali e successivamente abbiamo deciso di mettere radici lì. Siamo riusciti così ad abbattere i costi con benefici per noi e per i clienti, soprattutto perché, mi duole dirlo da italiano, qui nel Regno Unito gli imprenditori hanno molte più agevolazioni».

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C’è caffè e caffè, che miscele offrite ai vostri clienti?

«Pur essendo una piccola azienda, riusciamo a esaudire tutte le esigenze e produciamo tutti i tipi di packaging, dai 250 grammi fino alle confezioni da 3 chili. Quanto alle miscele, abbiamo le nostre formule storiche, in cui variamo il blend dei vari chicchi a seconda del gusto, ma abbiamo aggiornato il nostro bouquet di prodotti (comprese le cialde per le macchinette e la miscela per il caffè americano) andando incontro alle nuove richieste del mercato. Anche perché, avendo investito molto in promozioni e fiere, abbiamo acquisito nuovi clienti da tutto il mondo».


Gli amanti del caffè sono sempre più attenti a quello che bevono, ma non solo:
avete anche un occhio di riguardo per le produzioni organiche o equo-solidali?

«Le teniamo in grande considerazione. Abbiamo sempre fatto un grande utilizzo di caffè organico grazie ai nostri fornitori. Avevamo un grosso distributore in Germania che trattava esclusivamente questo tipo di produzioni. Dal punto di vista equo-solidale, invece, posso dire che un nostro fornitore in Italia ha sviluppato una rete di contatti con delle fattorie in Messico e Brasile, accertandosi che i contadini vengano pagati il giusto per il loro lavoro. È un discorso che facciamo sia per questioni etiche, sia di mercato. Oggigiorno la clientela richiede molto questo tipo di prodotti».

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Vi occupate anche della vendita e riparazione delle macchine per il caffè. Una scelta ben precisa...

«Vogliamo offrire un servizio completo. Vendiamo apparecchi tagliati su misura per ogni esigenza, ma effettuiamo anche una manutenzione a regola d’arte. Il segreto per un buon caffè è una macchina in perfette condizioni, pulita regolarmente. Se è così, prepara un caffè decisamente migliore. In più abbiamo una procedura speciale di pulizia, con cui la macchina viene smontata completamente. Poi viene immersa pezzo per pezzo nell’acido e ripulita dai residui con un solvente. Alla fine ritorna come nuova. È il classico meccanismo win-win, ne traggono benefici i nostri clienti, che offrono un caffè più buono e anche noi, visto che le nostre miscele risultano più apprezzate».


Che tipologia di clienti servite?

«La nostra è una rete B2B molto ampia: riforniamo distributori che prendono della merce con il loro marchio specifico, fino ad arrivare alla vendita diretta nel retail. Parlo di coffee shop, ristoranti e alberghi».


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Quanto è stato importante il fattore “Italia” nella vostra crescita aziendale?

«Le migliori miscele del mondo vengono assemblate in Italia. Il nostro modo di fare caffè si distingue da tutti gli altri. Ci mettiamo passione ed esperienza, fattori che sono stati determinanti nel nostro sviluppo qui in Gran Bretagna. Così riusciamo a tenere testa a torrefazioni che aprono con ingenti investimenti. Basano tutto sull’analisi computerizzata delle miscele. Noi siamo solo una piccola azienda (che dà lavoro a 5 persone, ndr), ma alla tecnologia aggiungiamo una grande tradizione, che ci dà la marcia in più. In tanti anni che faccio questo lavoro non ho mai perso un cliente».


Cosa c’è nel futuro di Busonero Coffee? Avete mai pensato a vendere direttamente ai consumatori?

«È il nostro prossimo obiettivo: vogliamo lanciarci nel B2C e aprire delle caffetterie con il nostro marchio. Stiamo già lavorando sulla prima apertura, a Bromley, il mio quartiere. Poi vorremmo spostarci verso il centro di Londra, ma questo sarà un secondo passo, da fare con calma, quando si presenterà la giusta occasione. Non è facile trovare il posto giusto al prezzo giusto nella City».


I presupposti per un’altra storia di successo, vista la meticolosa cura con cui la Busonero Coffee sceglie le miscele e registra le macchine, ci sono tutti. Anche perché, come diceva Alphonse Allais, «tutto passa a questo mondo, salvo il caffè nei cattivi filtri».


Di Alessandro Giannace


ID Anticontraffazione di Eccellenze Italiane n. 7862

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