Foto
Lo staff della Divina Commedia all'opera

Un amore a distanza, la voglia di cambiare vita e poi la realizzazione di un sogno.

“Inferno”, “Purgatorio” e finalmente “Paradiso”, viene da dire pensando al ristorante “La Divina Commedia” di Lovanio. Un ristorante italiano che esce dagli schemi grazie alla continua ricerca della perfezione di Emilie Nicosia, la manager, e suo marito Gioele Vella, lo chef. Tutto comincia con la loro storia d’amore. Emilie è nata in Belgio da padre italiano e conosce sua marito durante uno dei suoi viaggi in Italia. Si innamorano, ma passano sette lunghi anni prima che lui si trasferisca in Belgio. Sistemato il problema della distanza, arriva la decisione di mollare tutto (Emilie era un’avvocatessa, Gioele un muratore) e partire con la Divina Commedia, nel 2015.


Prima domanda, perché questo nome?

«Non c’è solo un motivo: avevamo deciso di chiamare nostro figlio Dante, perché ci piaceva questo nome, pur non essendo dei “fan” del poeta - spiega Emilie - Ma apprezziamo molto Roberto Benigni, che spesso legge la sua opera. E poi, “La Divina Commedia”, si avvicina molto all’esperienza che vogliamo dare ai nostri clienti, qualcosa di unico e piacevole, che ti rimane dentro».


A guardare il vostro sito, non sembrate il classico ristorante italiano. Qual è la vostra idea di cucina?

«Amo definire la nostra un’offerta gourmet. Molto raffinata, puntiamo innanzitutto su prodotti di grandissima qualità, senza tralasciare l’aspetto visivo. La presentazione dei nostri piatti è molto ricercata. È corretto dire che, pur ispirandoci alla nostra tradizione, ci discostiamo dal concetto di cucina italiana tradizionale, siamo più ricercati. Ma non rinneghiamo assolutamente le tradizioni della nostra terra. Anzi. è proprio per questo che il nostro ristorante ha una seconda anima...»


Sarebbe?

«Oltre alla sala, da 36 posti, abbiamo una piccola finestrella che si affaccia sulla strada. Da qui offriamo ai passanti dello street food. Ed è qui che le nostre radici italiane vengono fuori: prepariamo della pasta “on the go”, servita in delle coppette che i nostri clienti possono mangiare sul piccolo terrazzo all’esterno, oppure camminando. La pasta che serviamo sono dei fusilli fatti da noi, conditi con un ragù classico, alla carbonara, alla napoletana e altre salse. Della preparazione di pasta e sughi si occupano mio suocero e mia suocera, che fanno tutto a mano, secondo tradizione».

Foto
Pasta fresca fatta in casa con pregiato tartufo




Foto
Interni del locale

Che tipo di clientela servite?

«Nell’angolo street food vengono molti studenti, o lavoratori in pausa pranzo che hanno poco tempo, ma non vogliono comunque rinunciare a qualcosa di buono. Nel ristorante serviamo più professionisti o comunque un pubblico dai 30/40 anni in su che ha un budget, sia di tempo che economico, più alto».


Ecco, tornando al ristorante, qual è la vostra idea di cucina, o il piatto che più vi rappresenta?

«È difficile individuare un unico piatto, anche perché cambiamo il menù ogni tre mesi, in base alle stagionalità. Quello che accomuna le nostre preparazioni è prò l’idea di fondo. Ogni piatto deve stupire il cliente, offrire un’esperienza unica, che non possa trovare altrove. Ad esempio, adesso in menù abbiamo una tartare di langoustine (una piccola aragosta, ndr) servita con acqua di cavolo viola. A parte, al tavolo, serviamo del succo di limone in una piccola caraffa. Versandolo nel piatto fa diventare l’acqua di colore rosa, creando un grande effetto scenografico. Lo stesso spirito è anche alla base delle preparazioni più classiche, che cerchiamo di innovare. Ad esempio il nostro ragù è fatto con salsa di pomodoro, carne di coniglio e cannella».











È questo, quindi, che vi rende unici?

«Sicuramente è questa idea alla base della nostra cucina che ci caratterizza. E il merito in gran parte è di mio marito. È un autodidatta, per cui quello che fa lo ha imparato documentandosi da solo. Ma ha la grande qualità di cercare la perfezione in tutto quello che fa. È questo che dà originalità e raffinatezza ai nostri piatti».


Per chiudere, un’ultima domanda. Avete dei progetti per il futuro?

«Per ora va direi che le cose vanno bene così. La nostra doppia attività ci impegna già abbastanza e il nostro obiettivo è continuare a servire i clienti senza abbassare i nostri standard di qualità».

Foto
Anche l'occhio vuole la sua parte





ID Anticontraffazione: 8287


Alessandro Giannace


Foto
notizie Restaurant Terrazza Ravello, dove la cucina è una questione di cuore e tradizione   A Barcellona vi è un ristorante italiano in cui l’arte culinaria è sinonimo di passione innata per le ricette che si tramandano di generazione in generazione e che appartengono alla propria cultura di origine, quella partenopea. Ne sa qualcosa il signor Gennaro che, grazie al Restaurant Terrazza Ravello, ogni giorno diffonde l’autentico Made in Italy con i suoi piatti di pesce e la sua pizza di alta qualità. Alla base del suo lavoro vi è un’attenta ricerca di accostamenti di sapori inediti e materie prime semplici ma di qualità che consentono di differenziarsi e assecondare il bisogno di mangiare in maniera salutare e genuina. Mangiare presso il Restaurant Terrazza Ravello significa sentirsi coccolati da uno staff professionale che saprà orientarvi al meglio verso specialità gustose che vi conquisteranno a pieno e vi faranno letteralmente innamorare della tradizione culinaria partenopea. Ogni piatto è preparato con il cuore da chi sa quello che fa e lo svolge ogni giorno come se fosse una vera e propria “missione di vita”. Ce ne parla con orgoglio ed entusiasmo il signor Gennaro in questa esclusiva intervista.
Foto
notizie La Bastide de Massimo a Marsiglia: la creatività in un viaggio inedito di sapori italiani La Bastide de Massimo sita in Rue Poucel a Marsiglia è un’antica residenza del Settecento francese che il signor Massimo Birindelli, originario di Livorno, ha trasformato da dimora privata a ristorante italiano.
Foto
notizie La Locanda dei girasoli, un posto speciale in cui l’arte culinaria si sposa con l’imprenditoria sociale   La Locanda dei Girasoli a Roma è un ristorante- pizzeria in cui l’arte culinaria acquisisce un valore aggiunto. È quello di quattordici ragazzi con Sindrome di Down, sindrome di Williams e altre disabilità cognitive che ogni giorno trasmettono con motivazione ed entusiasmo il loro amore per la cucina di qualità preparando piatti prelibati e pizze gustose. È un luogo speciale dall’ ambiente raffinato e al tempo stesso confortevole. Ciò che rimane impresso de La Locanda dei Girasoli è la sua atmosfera conviviale e allegra dalla quale sarà facile lasciarsi contagiare. È il posto ideale per piccoli rinfreschi, cene di lavoro, serate con amici o di coppia. Offre ai suoi clienti menu stagionali preparati con grande attenzione, cura dell’aspetto qualitativo e raffinatezza nella presentazione. Gli ingredienti che sono alla base di ogni specialità che gusterete sono selezionati con competenza e minuzia. La Locanda dei Girasoli ci tiene infatti a valorizzare i prodotti del territorio laziale che si caratterizzano per qualità, genuinità e gusto. La Locanda dei Girasoli è l’esempio concreto di un’imprenditoria sociale vincente. Da 1999 ad oggi promuove l’inserimento lavorativo di persone con sindrome di Down, nobilitando e dando dignità alla persona attraverso un percorso individuale, di formazione e di inserimento lavorativo.  Ce ne parla in questa intervista il sign. Ugo che da circa quattordici anni segue i ragazzi nel loro percorso professionale. I suoi racconti trasudano tanta passione, umanità e amore per questo luogo speciale che rimane impresso nella memoria di chi lo visita.