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Com’è nata l’idea di aprire un locale in Germania?

Io sono cresciuto in Germania, pensi che la prima volta che sono venuto qui era il capodanno del 1969. Ho poi iniziato a lavorare nella gastronomia qui in Germania negli anni ’80 facendo esperienza nel campo lavorando anche per i miei zii che avevano una ditta all’ingrosso di prodotti alimentari di qualità. Verso il 2000 sono venuto qui a Monaco dove ho aperto una salumeria, nel tempo molti clienti mi chiedevano se potessi preparare anche un piatto di pasta e così abbiamo iniziato anche a cucinare. Dopo 15 anni ho deciso aprire un locale per conto mio, la Trattoria Anni 60.

Come definirebbe la sua cucina?

Io cucino tutto al momento, tutti i miei prodotti sono freschi e originali. Cerco di mantenere le ricette originali della tradizione italiana, per esempio molti ristoranti italiani hanno deciso di assecondare i gusti dei tedeschi facendo la carbonara con la panna o con la pancetta mentre io tendo a mantenere le ricette originali utilizzando guanciale e pecorino. Le persone che vengono da me vengono per mangiare italiano.


Quali sono i piatti del suo menù che hanno più successo?

Direi le mie tagliatelle alla piemontese ma in realtà anche la mia carbonara. Cerchiamo di offrire più piatti possibile della tradizione culinaria italiana. Tutti i prodotti che utilizziamo sono di origine italiana ma ci affidiamo a fornitori all’ingrosso qui in Germania. Poi anche i prodotti freschi come il pesce vengono direttamente dall’Italia.

Cosa offre invece la sua carta dei vini?

Io in realtà non ho una grande scelta di vini essendo una trattoria. Avrò all’incirca 25 tipologie differenti di vini, alcune delle quali esposte in vetrina ma tutte rigorosamente etichette italiane. Io in realtà avendo fatto il rappresentante sempre in questo settore ho maturato dell’esperienza in questo ambito perciò anche in base a quello che un cliente decide di mangiare riesco ad offrire l’abbinamento corretto.

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Che atmosfera si respira all’interno del suo locale? Perché “Anni 60”?

L’idea mi è venuta banalmente perché io sono nato negli anni ’60. All’inizio volevo chiamarlo “Ristorante Al Peperoncino” perché io tanto il peperoncino in cucina come mi ha insegnato il mio chef napoletano ma alla fine parlando con mia moglie abbiamo optato per questo nome.

Qual è la parte più bella del suo lavoro?

Diciamo che di questo lavoro mi piace tutto. Mi piace stare in cucina, ai fornelli a preparare i piatti. Ecco sicuramente non mi piace lavorare i weekend o finire tardi certe sere però questo lavoro o lo ami o non puoi farlo.

Quali sono i segreti del successo della cucina italiana all’estero?

La cucina italiana è famosa in tutto il mondo perché è buona ed è ricca di sapori. Non è come altre cucine nel mondo, come quella tedesca, che hanno solo quelle 10 specialità e basta. La cucina italiana, così come quella francese, sperimenta con la panificazione o delle creme fresche da accompagnamento. Le persone sono innamorate della cucina italiana, ma come si fa a non esserlo dopotutto.


Che consiglio darebbe ad un giovane se volesse introdursi nel mondo della ristorazione?

Ma diciamo che da quando ho iniziato io i tempi sono cambiati. A volte mi chiedono “ma perché non fai lavorare i tuoi figli nella gastronomia?” e io rispondo sempre di no perché questo mondo è molto duro, non hai i giorni di riposo giusti, devi sempre rimanere molto concentrato… io tornando indietro forse non lo rifarei. Poi devo dire che a livello economico nel mio caso non conviene più come una volta.

Qualche progetto per il futuro?

Ma guardi non credo proprio, io ho già una certa età perciò non credo che aprirò qualcos’altro all’infuori di questa trattoria. Il mio unico progetto per il futuro è andare in pensione e godermi il resto della vita in tranquillità.

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Giorgia Maltecca


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