TENUTA TOSI
CATEGORIA: aziende agricole, viniID ANTICONTRAFFAZIONE N.22066

ECCELLENZE CORRELATE
E’ una questione di stileL'Azienda Agricola Sollier,è presente sul territorio di Chiomonte dal 2012, quando inizia con la silvicultura e la vendita di ortaggi e patate.
Nel 2016 inizia il progetto di recupero dei terreni abbandonati della frazione Ramats, dati dai proprietari in comodato d'uso, per la coltivazione in loco di una varietà autoctona di lavanda officinale.
Le piante, riprodotte per talee dal vivaio Gramaglia di Collegno, prese direttamente sulle rocce impervie sopra la frazione Ramats sono impiantate e curate interamente a mano.
La coltivazione è fatta interamente a mano, le piante sono pulite con cura dalle infestanti. La potatura è anche eseguita a mano, per poter raccogliere solamente il fiore ed avere una distillazione di un prodotto puro.
L'olio, profumatissimo e dalle molteplici proprietà, è stato fatto analizzare da un laboratorio dell'università di agraria di Gugliasco (TO) ed ha ottenuto una certificazione di varietà autoctona chiamato "RAMATS 2016".
Nel 2022, l'Azienda ha avuto la segnalazione per il marchio ECCELLENZE ITALIANE, che daranno un valore aggiunto ai prodotti di alta qualità.
La Nostra storia
La latteria turnaria di vecchia tradizione
In ogni paese esisteva la “Latteria turnaria”
Cos'è? La latteria turnaria è una società fra allevatori per lavorare il latte ed ottenere i suoi derivati.
Principalmente formaggio, burro e ricotta, dividendo le spese di produzione per alleggerire i costi procapite, ingenti se ogni piccolo allevatore avesse trasformato il latte in proprio.
Oltre a questo la latteria gestiva il pascolo in malga per la stagione estiva; da giugno a settembre gli animali partivano per la transumanza nelle vicine malghe e anche lì, oltre a pascolare e ricoverare il bestiame, ci si adoperava per trasformare il latte
Quindi nei mesi da ottobre a maggio le famiglie che disponevano di una o più vacche da latte, accudivano il bestiame presso le proprie stalle (tabiè) e consegnavano quelo che veniva prodotto al caseificio (latteria) mentre d'estate gli animali venivano dati in “affido” a pastori che le accudivano nelle malghe per la stagione estiva.
Questa tradizione è andata sempre più in calo con il passare degli anni, il progresso e la modernizzazione ha portato la maggioranza delle famiglie a chiudere la propria attività agricola abbandonato le attività di allevamento, fienagione e transumanza.
Nel 1982 le ultime piccole aziende rimaste hanno creato una Cooperativa agricola fra allevatori chiamata Società Cooperativa Peralba, mantenendo per quanto possibile le attività di trasformazione del latte e della transumanza.
La cooperativa ha visto calare la propria attività tenuta in piedi soprattutto da piccoli allevatori.
Via via con il passare degli anni fino al 2018, quando alcuni giovani allevatori hanno deciso di rilevare l’attività e valorizzarla per continuare questa importante tradizione
La Cooperativa Peralba, ad oggi, è composta da 5 soci che mungono all'incirca una quarantina di vacche; nei periodi di necessità, per garantire la continuità dei prodotto ai consumatori, acquista latte da altre piccole stalle locali.
Questa non vuole essere o diventare un industria, ma punta a mantenere la genuinità di un piccolo caseificio artigianale, lavorando il latte crudo in maniera più naturale possibile, così da garantire un prodotto unico.
Produciamo principalmente burro e formaggio
Le Adozioni
Adottare una Mucca di Costalta significa supportare noi allevatori nella gestione delle stesse. Oramai sono sempre più rare le aziende agricole che allevano un numero limitato di Mucche. I costi da sostenere, i sacrifici da fare ripagano sempre e se non vogliamo veder scomparire queste piccole realtà dobbiamo farci sentire.
Nasce così, dal nostro gruppo di Allevatori, l'idea di dare in adozione i nostri animali, un motivo per farci conoscere, far conoscere le loro esigenze e sopratutto far conoscere cosa possiamo produrre con il loro latte!
L’azienda è situata sulla collina di Moncucco, zona da sempre rinomata per la produzione del moscato
Fondata nel 1988 da Piero Gatti, uomo dalla grande passione per il proprio lavoro e legato ad una lunga tradizione contadina, è tutt’oggi a conduzione familiare e continua ad ambire ad una qualità eccellente.
Questa è il frutto di un’attenta selezione delle uve in vigna e di un’accurata e rigorosa vinificazione in cantina. Dal 2000 l’azienda è tutta al femminile: Rita e la figlia Barbara si occupano a tempo pieno di tutti i processi di lavorazione e delle pubbliche relazioni sia in Italia che all’estero.
Il fiore all’occhiello è il Moscato, vino dolce e frizzantino dall’aroma fine e penetrante e dal sapore fresco e coinvolgente; trova un abbinamento ideale con tutti i tipi di dolce, eccetto quelli a base di cioccolato.
Per un perfetto connubio con desserts di frutta, poi, non deve mancare un vino porpora luminoso con sentori di rosa e geranio come il Brachetto.
Ad accompagnare questi due vini da fine pasto, ecco una piccola produzione di rossi: la “Violetta”, dai tannini piuttosto sviluppati, da bere con formaggi e salumi, e la “Verbeia”, da abbinare a primi piatti e carni rosse.
Dall’annata 2007 c’e’, poi, un nuovo arrivo in casa Gatti: il “Vignot”. E’ un passito ottenuto dalle uve di una piccola vigna (in piemontese un vignot, appunto) lasciate ad essiccare su pianta e su graticci fino a fine ottobre e poi vinificato tutto in acciaio. E’ un vino dal colore giallo intenso e dal bouquet delicato e ricco ad un tempo, da gustare con formaggi stagionati o semplicemente in compagnia di buoni amici.
A completare la gamma dei nostri prodotti, con la magnifica annata 2016, è arrivato il “2 Gatti”. Un vino bianco secco, leggero e piacevole, con una lieve nota di aromaticità, soprattutto al naso. “2 Gatti”… perché? Il nome è stato scelto per i 2 tipi di uva, per Barbara e Rita, le 2 Gatti che gestiscono l’azienda, e per Alice e Sonny, i 2 micini agricoli disegnati in etichetta.
E per finire 2 grappe ottenute dalla distillazione delle vinacce dell’azienda di moscato e brachetto.
La Cantina Sociale di Quistello è nata nel 1928. Sono passati dunque 90 anni da quando un gruppo di
viticoltori la costituì.
Ci piace però pensare che la nostra Cantina fonda le sue radici in una storia ben più antica. Una storia fatta tanto di contadini quanto di poeti. Una storia che rimanda a tempi davvero lontani!
La zona di produzione del Lambrusco Mantovano è infatti una zona di antichissime tradizioni viticole e gastronomiche e per trovare le prime tracce di “Labrusca” o “Lambrusca”, come erano inizialmente chiamati i vigneti da cui deriva il nostro vino, è necessario volgere lo sguardo al passato.
A pochi km a sud est di Mantova, ad esempio, sorge un importante abitato etrusco del VI_IV sec a.C: il Parco Archeologico del Forcello. Il Forcello, che si trova nel Comune di Bagnolo San Vito, ha restituito una ricchezza e varietà di reperti davvero eccezionale. E tra questi non sono mancate preziosissime anfore da trasporto per vino.
Questi ritrovamenti supportano la tesi secondo cui il vino locale fu a lungo oggetto di esportazione.
La via marittima adriatica che giungendo dall’Egeo, sfruttava gli scali portuali di Adria e Spina, permetteva infatti di raggiungere in maniera abbastanza agevole la pianura padana, attraverso i percorsi
fluviali.
La “Labrusca” fu conosciuta oltre che dagli Etruschi anche dai Romani. Alcuni precisi riferimenti di scrittori latini nelle loro opere possono essere considerati, in tal senso, dei preziosi documenti, sulla presenza di questo vitigno e su come esso fosse conosciuto anche dalla popolazione Romana.
E’ di quasi 2000 anni fa, ad esempio, la citazione della “Vitis Labrusca” nella quinta Bucolica del poeta mantovano Virgilio che fu, evidentemente, un testimone prezioso e diretto della presenza del vitigno lambrusco nel territorio mantovano!
A tutt’oggi non è possibile risalire con precisione a quando sia stata presa in considerazione la coltivazione della vite Labrusca nel modo in cui viene concepita nei giorni nostri!
Di certo la coltivazione della vite assume un valore fondamentale alla fine del secolo XI con i monaci benedettini nei territori dell’abbazia di Polirone a San Benedetto Po. I monaci stabilivano agli affittuali il pagamento di un tributo annuo (la preménda). L’economista Ugo Ruberti rese noto come i contadini, utilizzassero l’uva dei vigneti del Lambrusco per assicurarsi un vino di alta qualità molto apprezzato dai monaci per il gusto, il profumo ed anche il colore intenso. ( Del resto già Plinio il Vecchio nella Naturalis
Historia scrive “… la vitis vinifera le cui foglie, come quelle della vite Labrusca, diventano di colore
sanguigno prima di cadere…”…)
A Ugo Ruberti, studioso quistellese, esperto d’agricoltura e viticoltura, si deve la scoperta del vigneto autoctono Grappello Ruberti. Testimonianze storiche di questo vitigno sono presenti dai primi del ’900, quando il famoso ampelografo Dal Masso dichiarò in un convegno del 1939 che per moltissimo tempo il Grappello Ruberti era stato l’unico vitigno coltivato in questa zona.
Nel 2013 il ministero dell’Agricoltura ha ufficialmente riconosciuto il Grappello Ruberti come vitigno la cui uva autoctona “è diffusa soprattutto nell’Oltrepò mantovano e in particolare nell’area della Cantina sociale di Quistello”!
Quella che in maniera semplice vi abbiamo raccontato non è che una parte di una storia davvero suggestiva che abbraccia secoli, popolazioni e territori!
E’ la storia di un vino che amiamo e a cui dedichiamo il nostro lavoro con impegno e passione consapevoli del privilegio che abbiamo nel portare avanti questa storia tanto lunga quanto speciale.
Produzione Cantina di Quistello:
Vini Rossi frizzanti: 80 Vendemmie Rosso (Lambrusco IGP di Quistello), 80Vendemmie Rosato (Lambrusco IGP di Quistello), Gran Rosso del Vicariato di Quistello (Lambrusco IGP di Quistello), Lambrusco Mantovano DOP (Lambrusco Mantovano DOP).
Vini Bianchi frizzanti: Gran Bianco di Quistello (IGP bianco Quistello), Dolce del Vicariato di Quistello (IGP bianco Quistello), Bianco Trebbiano ((IGP bianco Quistello).
Spumante Metodo Classico Brut: 1.6 Armonia
Mosti Cotti: Vin Cot, (riduzione di mosto di Grappello Ruberti di Quistello DE.CO. di Quistello).