SottoCasa
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SottoCasa: dove il tempo si ferma e la cucina ha il profumo dell’infanzia
Ci sono luoghi che non si visitano, ma si vivono. “SottoCasa” è uno di questi. Non è un ristorante, non ha quella formalità un po’ fredda dei locali che ti accolgono con un menù stampato e una lista di vini. Qui entri e, prima ancora di sederti, ti senti già a casa.
La porta si apre e un’ondata di profumi ti investe: il sugo che sobbolle piano, l’odore dei peperoni che si dorano in forno. Sul tavolo, già apparecchiato, fanno capolino piatti di antipasti come si faceva una volta: salumi affettati a mano, olive condite, frittelle dorate che scrocchiano al morso, supplì, crocchette, pizze fritte.
Poi arrivano i primi, e non sono semplici piatti: sono ricordi. La lasagna, generosa e avvolgente, sembra uscita dalla teglia della domenica mattina di casa della nonna; la pasta fresca, condita con un ragù che sa di ore di pazienza, ti riporta a quei pranzi infiniti dove l’unico orologio era il rumore delle posate. E ancora la parmigiana, morbida e profumata, che riesce a fermare il tempo al primo boccone.
Il secondo non è da meno: pollo al sugo che si stacca dall’osso senza fatica, carne e patate al forno che sanno di caminetto e inverno in famiglia. Il tutto in un contesto che sembra uscito da una foto anni ’80: sedie in legno, tovaglie a quadretti, vecchie pubblicità appese alle pareti, e una musica di sottofondo che ti fa sentire di nuovo bambino.
“SottoCasa” non è un locale: è un viaggio. Qui non si mangia soltanto, si torna indietro di trent’anni, quando le giornate erano più lente e il pranzo della domenica era un rito. Ogni piatto racconta una storia, ogni sapore è un capitolo della nostra memoria.
E quando esci, con il cuore e lo stomaco pieni, ti accorgi che “SottoCasa” non è solo un nome: è davvero casa.
| Data | Rating | Commento |
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| 2025-10-09 10:39:00 |
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