Per gli inglesi, che qui hanno comprato casa, la collina piacentina è il nuovo buen retiro, un intreccio di vallate verdissime solcate da fiumi e sorvegliate da castelli. Per gli intenditori del gusto è l’incontro di prodotti tipici di nicchia, da assaporare lentamente, tra borghi medievali arroccati sui colli e nella campagna. Con la certezza che non si rimarrà delusi.

Defilato dalle rotte del turismo di massa, conosciuto a chi è alla ricerca di esperienze raffinate il “piacentinoshire” è una terra da scoprire con lentezza. Che sia in auto o in bicicletta, indugiando ad ogni curva, sostando alle sue tavole, fermandosi a godere di quel piacere, grasso e sincero tutto emiliano, che da sempre concilia tradizione e contemporaneità. Ad affascinare è un giusto intreccio di ospitalità, cultura e gastronomia, celebrata in una delle campagne più belle d’Europa. Vallate scavate da fiumi, parchi naturali e colline coltivate a vigneti.

Il territorio piacentino, infatti, è anche produttore di vini per vocazione: le uve sono di alta qualità, prodotte con il rispetto della storia e della tradizione del territorio, secondo metodi antichi, un modo di coltivare la vite con ceppi ravvicinati e forti potature. Dal Gutturnio classico a quello di Riserva, il Trebbiano, il Monterosso Valdarda e il Vin Santo di Vigoleno tanto per citarne alcuni. La viticoltura piacentina, tutta in collina, si estende per oltre seimila ettari di territorio agrario (per informazioni su vini e produttori: piacenzafoodvalley.com). Un territorio che attraversa fiumi e valli bellissime come la Val Trebbia. Qui, gioiello indiscusso, è Rivalta, dove il castello e il borgo medievale hanno mantenuto impianto e mura originari.
Tra le mura del borgo l’ospitalità è di classe, come La Locanda del Falco, rinomata per l’ottima carne, da gustare nella sala con il grande camino. Accanto, la bottega della locanda è un tripudio di salumi e formaggi tipici, come la coppa piacentina: un gusto pieno ma dolce e poco pronunciato e un profumo delicato e sottile. Ottima tanto quanto la pancetta e il salame. Prelibatezze Dop dalla stagionatura e la salagione perfette che come scrisse Giulio Landi nel 1542, “Tanto è di eccellente qualità il sale piacentino di che ne fanno fede i cervellati, le mortadelle, i sanguinacci, i zambudelli, et le salsicce et ogni altra sorte di salame, che qui da noi le donne fanno; il quale è delicatissimo, et di ottimo gusto, et certo sono i megliori salami che in Italia si faccino…”. Salumi che già nel XV secolo venivano apprezzati intorno al Ducato di Piacenza e oltreconfine, in Spagna e Francia. Oggi, le varie fasi di lavorazione rimangono legate ai metodi tradizionali tramandati di padre in figlio da esperti norcini, in dialetto locale “massalein”.
I castelli di Piacenza

Nei dintorni, a Rivergaro, in un edificio dell’800 la tradizione ultracentenaria di ristorazione della famiglia Bertuzzi accoglie nel ristorante Caffè Grande, che dal 1875 rappresenta una vera istituzione. All’interno del locale si respira un’aria di raffinata familiarità e ricette fedeli alla gastronomia piacentina (ma non solo): dai tortelli di ricotta e spinaci al burro fuso e salvia ai “pisarei e fasò”, alle costolette di agnello con timo al forno.

Da Rivalta in una ventina di minuti d’auto si arriva a Pianello Val Tidone dove, nelle vicinanze, si può visitare la Rocca d’Olgisio. In una splendida posizione sui torrenti Tidone e Chiarone è uno dei complessi fortificati più antichi del piacentino: risale, infatti, al 1037. Il castello è anche un elegantissimo bed & breakfast. Nei dintorni, vale una deviazione il Castello di Agazzano, splendida architettura caratterizzata da due torrioni rotondi agli angoli del fronte principale. L’interno, con un elegante loggiato del ‘400, è visitabile: ampi saloni, appartamenti privati con camini originali e le antiche cucine (castellodiagazzano.com). Mentre intorno, un grande giardino alla francese che si sviluppa su due livelli, con statue, fontane e piante esotiche gli conferisce un’aura fiabesca.
Lasciata Agazzano, procedendo verso Parma si raggiunge il borgo medievale di Castell’Arquato: la Rocca Viscontea, maestosa opera difensiva del ‘300 è all’interno del borgo e ospita un Museo della vita medievale. Per gli appassionati del verde non mancano percorsi naturalistici, come quelli all’interno del Parco Piacenziano, riserva protetta ricca di affioramenti di rocce sedimentarie. Tra calanchi, voragini e rupi, gli itinerari sono molto suggestivi. Una sosta per gli acquisti è al salumificio La Rocca, dove si trovano veri capolavori gastronomici tipici di queste terre, create secondo l’arte antica dei maestri salumai con ingredienti naturali e il giusto mix di spezie. Il resto lo fa il tempo.
Cibo e territorio In zona, indirizzo di classe per la notte è il Relais Cascina Scottina (la struttura fa parte del circuito Dimore d’Epoca: dimoredepoca.it). In un’antica corte rurale, si dorme in camere d’atmosfera ristrutturate e arredate con grande cura per il dettaglio (pavimenti in cotto lombardo, travi a vista, tonalità delicate e luci soffuse) e si mangia nel ristorante del relais Antica Osteria Pesa, dall’impronta giovane e creativa di Claudio Cesena. La tradizione, qui, si coniuga all’innovazione nel rispetto della materia prima di qualità. A disposizione degli ospiti anche La Bottega dei sapori, una boutique enogastronomica dove si possono acquistare prodotti tipici con i consigli dello chef.
Silvia Ugolotti – Italianfoodlovers.com

Foto
notizie Una torta umbra che torta non è: la Torta al testo   In giro per l’Italia esistono tante ricette particolari, tipiche di zone ben precise, che alludono a piatti che di fatto non rappresentano ciò che in realtà vogliono dire. Questo è il caso della torta al testo, un pane tipico umbro di origine contadina, il cui nome deriva da un disco di laterizio chiamato, per l’appunto, testo.
Foto
notizie L’eccellenza italiana in una calzatura: nasce il calzolaio 3.0 Storie di chi ama la sua terra e, per tornarvi, si reinventa con un’idea imprenditoriale d’altri tempi
Foto
notizie Chromel, il liquore sublime la cui storia affonda le radici nel 1745 Dalla ricetta sapientemente elaborata da un monaco cenobita, un liquore dalle straordinarie proprietà digestive
Foto
notizie Bella Italia Da Salvatore in Austria, quando cucinare diventa un atto di generosità   Bella Italia Da Salvatore Ristorante Pizzeria nel piccolo paesino austriaco di Kuhnsdorf è nato dall’amore per l’autentica arte culinaria italiana della famiglia Bisignano. Dopo varie esperienze nell’ambito della gastronomia italiana, Renato e i suoi genitori non si sono lasciati sfuggire l’occasione di far conoscere al popolo austriaco le ricette che da anni si tramandano di generazione in generazione. Appena si varca l’uscio di questo ristorante è inevitabile accorgersi di quanto la famiglia Bisignano sia stata davvero brava a ricreare un piccolo scorcio d’Italia nel proprio locale caldo e accogliente grazie ai colori e ai sapori indimenticabili che lasciano un segno memorabile negli avventori. Il menù è ricco di specialità di pesce di alta qualità e di pizze gustose che hanno alla base un impasto leggero e facilmente digeribile. Il successo di questo ristorante risiede nell’italianità autentica che è in grado di trasmettere e che è frutto di tanti sacrifici, lavoro sodo ma anche generosità perché come ci ricorda Renato Bisignano “cucinare per gli altri “è anche un atto di generosità a cui si aggiunge una grande dose di creatività. Ce lo racconta in questa esclusiva intervista.