Il cibo che verrà
Il Barilla Center for Food and Nutrition è un centro di pensiero e cambiamento. Nato nel 2009, raccoglie e analizza le migliori conoscenze mondiali su alimentazione e nutrizione. E propone soluzioni per affrontare le sfide del prossimo futuro. Non è vero, come voleva Georg Simmel, che l’economia sia solo in grado di trasformare il mondo nel mondo dell’economia. Tradotto: che gli imprenditori pensino solo a fare affari.
Esistono anche casi, degni di essere raccontati, in cui le aziende aggiungono un altro verbo a “produrre” e “vendere”: “conoscere”. Non solo conoscere i propri prodotti. Ma anche il ruolo e la responsabilità del proprio operato. In fondo, non si produce mai semplice merce, si fa da specchio alla complessità del mondo.
Un’azienda alimentare come Barilla, leader in Italia e all’estero, è fedele ai propri valori e consapevole del ruolo chiave che alimentazione e nutrizione giocano, e sempre più giocheranno, per le prossime generazioni. Per questo, ha voluto assumersi un importante impegno, senza alcuna finalità commerciale.
Nel dicembre 2009 ha dato vita al Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN).
È un centro di pensiero e di cambiamento, che raccoglie e analizza le migliori conoscenze mondiali in fatto di alimentazione e nutrizione. Con l’obiettivo di proporre soluzioni che rispondano alle sfide del futuro.
«L’idea è nata dal progressivo maturare di una nuova visione sul mondo dell’agroalimentare, che non poteva più essere affrontato come in passato, ossia separandolo nelle sue varie componenti», afferma Roberto Ciati, responsabile Relazioni esterne scientifiche Barilla e membro del team che ha progettato il BCFN. «Si è fatta così strada la consapevolezza che era necessario un luogo in cui esperti provenienti da vari campi potessero confrontarsi in modo multidisciplinare, con competenze, esperienze e ricerche le più ricche possibili».
L’attività del BCFN, «di cui si fa garante un Advisory Board indipendente, costituito da sei personalità d’indubbia fama nell’economia, nella medicina, nella nutrizione, nella sociologia e nell’ambiente (Barbara Buchner, Mario Monti, Gabriele Riccardi, Camillo Ricordi, Joseph Sassoon, Umberto Veronesi, nda), si traduce nell’elaborare dei position paper, scaricabili dal sito www.barillacfn.com, e nell’organizzare dei momenti pubblici di confronto internazionale, come seminari, convegni, workshop e forum. Il tutto per portare all’attenzione di istituzioni, comunità scientifica, media e cittadini le evidenze della scienza».
Le aree tematiche d’intervento sono quattro. Anzitutto, il food for all. Di fronte all’aumento della popolazione mondiale, l’affacciarsi al mercato dei consumi da parte di popolazioni sinora escluse, il permanere di contrasti strutturali nella distribuzione mondiale dei redditi, il BCFN intende contribuire all’individuazione di concrete modalità di azione per garantire a tutti l’accesso alle risorse alimentari.
Poi, il food for sustainable growth.
Il mito dello sviluppo infinito e delle risorse illimitate ha fatto il suo tempo. Oggi, ragionare in termini di sostenibilità è una scelta obbligata, se si vuole arrivare a un equilibrio stabile tra sviluppo economico, protezione dell’ambiente e coesione sociale. Il food for health è un’altra emergenza. La globalizzazione e il cambiamento dei ritmi di vita hanno portato a stili alimentari non equilibrati, che moltiplicano i rischi di insorgenza delle principali patologie croniche. Anche nei paesi mediterranei, dove la dieta tradizionale, basata sul consumo di frutta, verdura, pesce, cereali e loro derivati, è universalmente riconosciuta come salutare. Il BCFN è consapevole che la ricerca, l’informazione e la comunicazione sono fondamentali per generare una nuova “cultura della prevenzione”. Infine, il food for culture. Il cibo nelle sue valenze culturali, storiche, psicologiche, religiose, etiche, simboliche. Attraverso l’analisi di queste dimensioni è possibile, non solo conoscere l’essere umano nel profondo, ma anche favorire i processi di integrazione tra culture diverse.
«Il BCFN – conclude Ciati – non è solo un punto di riferimento conoscitivo, è anche un organismo in grado di fornire potenziali indirizzi di comportamento». Di incidere concretamente sulla realtà. “Dire è agire”, come ha scritto il filosofo inglese John Langshaw Austin.
ALIMENTAZIONE E BAMBINI
Oggi, nel mondo, un bambino su dieci dai 6 agli 11 anni è obeso o sovrappeso.
In Italia, i piccoli in età scolare con problemi di obesità e sovrappeso sono più di uno su tre. Per contro, nei Paesi in via di sviluppo circa 148 milioni di bambini sotto i 5 anni sono sottopeso per carenze alimentari acute o croniche. E ben il 53% dei 9,7 milioni di decessi che si registrano tra i bimbi in questa fascia d’età è dovuto alla malnutrizione. Di fronte a queste evidenze, il Barilla Center for Food & Nutrition ha promosso un workshop dal tema “Alimentazione, stili di vita e salute dei bambini. Le sfide di oggi per le generazioni di domani”, che si è svolto alla Residenza di Ripetta a Roma il 4 maggio.
Un momento di confronto tra istituzioni nazionali e internazionali, aziende, associazioni, pediatri e nutrizionisti, per analizzare lo scenario attuale e confrontare strategie, piani di intervento ed esperienze. In quest’occasione è stato presentato l’ultimo position paper pubblicato dal BCFN.
S’intitola “Crescita sana e nutrizione nei bambini” ed è scaricabile dal sito www.barillacfn.com. Dal documento emerge come il corpo abbia una buona memoria, in fatto di abitudini alimentari. La dieta seguita dai bambini, infatti, influisce direttamente sulla loro salute, non solo durante l’infanzia e l’adolescenza, ma anche quando diventeranno adulti.
Di Mariagrazia Villa suItalian food lovers