La politica ambientale relativa alla mobilità sostenibile e alle energie alternative è una new entry nelle amministrazioni locali. I primi segnali di una convergenza verso il rispetto dell’ambiente nelle sue varie forme si stanno concretizzando anche grazie al contributo del settore privato. Inoltre le nuove iniziative nell’ambito della mobilità sostenibile vedono l’interesse di importanti amministrazioni, come la città di Roma.

La presenza dell’Amministrazione di Roma a una fiera importante come Ecopolis, è la dimostrazione di quanto l’amministrazione locale abbia a cuore progetti e sviluppi relativi all’Ambiente e in particolare alla mobilità sostenibile. Nelle scorse settimane la Giunta ha già approvato incentivi e agevolazioni per chi utilizza le auto elettriche e l’intenzione è di continuare su questa strada.

Il blocco delle targhe e le domeniche ecologiche sono importanti, ma rappresentano evidentemente un rimedio nel breve tempo. Incentivando la mobilità sostenibile con auto elettriche di nuova generazione, l’utilizzo di mezzi pubblici e in particolare migliorando la rete metropolitana si potrà ridurre la circolazione dei veicoli privati più inquinanti e rendere l’aria più salubre.

Un altro esempio di come le amministrazioni locali stiano in prima linea nell’incentivare nuove politiche ambientali, la riscontriamo nella Regione Veneto. In tre anni la Regione ha autorizzato più di 50 impianti fino ad un megawatt di potenza elettrica ciascuno. Ciò significa che, a regime, le aziende agricole produrranno 40 megawatt di elettricità, l’equivalente del fabbisogno energetico di 150 famiglie a zero immissioni di CO2.

Altri 75 sono in corso di istruttoria. Sono dati riportati dall’assessore regionale all’agricoltura del Veneto, Franco Manzato a sostegno delle energie rinnovabili. ”Si tratta di installazioni che utilizzano prevalentemente effluenti zootecnici mescolati con biomasse aziendali – continua l’assessore – tanto che le realtà che impiegano esclusivamente silo-mais sono minoritarie, visto che corrispondono a circa un quarto del totale”.

Da quanto emerge dai dati rilasciati dall’assessore, gli agricoltori sembrano molto attenti al rispetto dell’ambiente e dimostrano un’attitudine imprenditoriale vivace, testimoniata dal pesante sforzo economico necessario alla realizzazione di questi digestori.
Possiamo quindi affermare che il Veneto è in linea con i recenti indirizzi nazionali che prevedono l’incentivazione dell’energia realizzata partendo dagli effluenti zootecnici o da altri sottoprodotti aziendali, piuttosto che per mezzo di soli cereali impiegati per l’alimentazione umana o per gli animali.

Per migliorare il risultato fin qui ottenuto, sarebbe utile affiancare a questi sistemi l’applicazione di tecnologie innovative, capaci di valorizzare l’azoto contenuto nelle deiezioni, consentendo la produzione di fertilizzanti per i terreni.

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