bandiera-tricolore

Da una recente indagine promossa daSanpellegrino Campus, prendendo a campione 10556 italiani , laureati e studenti universitari, emerge un quadro interessante foriero di speranze: stando ai dati raccolti, oltre la metà degli intervistati considerano il Made in Italy un elemento irrinunciabile per lo sviluppo dell’intero paese, e ben un giovane su 3 ha affermato di avere nel cassetto il sogno di un impiego che lo coinvolga nei settori tipici del comparto, con particolare interesse in quello agro-alimentare .

Fanno da contraltare, tuttavia, la sfiducia rilevata fra il 34 per cento del campione, che attribuisce alla nazione una modesta capacità di sfruttare appieno le proprie risorse di qualità , e la rassegnazione del 20 per cento che sembra alzare bandiera bianca davanti al fatto che le aziende in Italia non assumano più.

Sotto accusa la burocrazia farraginosa , la mancanza di infrastrutture , sia fisiche che digitali, nonché la scarsa capacità del microcosmo Italia di fare network .

Sebbene perplessi, i giovani hanno contestualmente dimostrato di avere molto a cuore il problema, tanto da suggerire che “bisognerebbe trasformare il Made in Italy in un’ esperienza da
 vivere , sviluppare una riforma dell’istruzione per insegnare
 nelle scuole il vero valore delle eccellenze italiane , e
 potenziare il digitale per consentire alle aziende più piccole
 di affacciarsi su nuovi mercati”.

Sono state inoltre registrate impressioni e aspettative relative all’ Expo 2015 , ormai in dirittura d’arrivo, visto che mancano meno di 200 giorni al suo debutto; a tal proposito il 20% degli studenti attende trepidante la manifestazione, nella convinzione che possa dare un’irripetibile iniezione di fiducia all’intero paese.

Ma come viene veramente percepito il Made in Italy fra gli under 30 ?
Il 42,5  per cento lo ritiene un marchio , un insieme di prodotti e tradizioni da tutelare e difendere, mentre per il 20 per cento è un’opportunità economica da incentivare.
Per il 15,5  per cento rappresenta un vero tesoro che tutto il mondo ci invidia mentre il 10,5 per cento lo vede come motivo d’orgoglio per cui camminare all’estero a testa alta.

Moda (17,5 per cento), pizza (14 per cento), pasta (11,5 per cento) i principali sinonimi istintivamente associati alla parola “ Made in Italy ”.
Molto più in coda, a sorpresa, troviamo relegato il settore dell’ industria automobilistica (12 per cento).

 

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notizie Patsa Lab, creatività e autenticità per una cucina sana e genuina   Il Patsa Lab a Barcellona è un luogo suggestivo in cui il concetto di “mangiare bene” e “mangiare sano” si concretizza a pieno attraverso specialità culinarie preparate con ingredienti di alta qualità provenienti direttamente dall’Italia. Questo ristorante è il progetto ambizioso di Brunetto Espedito che negli ultimi tre anni con il suo professionale staff ha investito la propria creatività e passione per dar vita ad un progetto coerente con l’autentico Made in Italy di cui ha bisogno la ristorazione italiana all’estero. In poco tempo il Patsa Lab ha raggiunto un successo inaspettato anche tra i giovanissimi. Mangiare presso questo ristorante significa intraprendere un “viaggio emozionale” che coinvolge tutti i sensi impegnati nell’esplorazione di gustosi e creativi piatti che cambiano di stagione in stagione e che sono in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di palato. È inevitabile essere coinvolti da un’atmosfera suggestiva in cui si respira familiarità e serenità. Il merito è di Brunetto Espedito e del su staff professionale e affiatato che non smetterà mai di accompagnarvi in questo viaggio memorabile offrendovi consigli e suggerimenti. Di com’è nata l’idea creativa del Patsa Lab e di come sia importante garantire l’autenticità del Made in Italy, ci racconta Brunetto in questa esclusiva intervista che trasuda tanta passione per il suo lavoro creativo di ristoratore italiano all’estero.
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notizie La Treccia, passione autentica per prodotti caseari di alta qualità in Danimarca   Nel luglio 2014 i due cugini italiani Luca Vigliarolo e Oscar Ferraro, dopo essersi persi di vista per un piccolo periodo, si sono ritrovati in Danimarca nella cittadina di Ishoj per concretizzare un sogno che li motivava sin da piccoli, quello di aprire La Treccia, il proprio caseificio nel quale produrre specialità gustose e di alta qualità. Amanti della mozzarella e della burrata, prodotti caseari che all’estero sono poco conosciuti, i due cugini hanno deciso di perseguire l’obiettivo di diffondere questa forma d’arte gastronomica con impegno, professionalità e passione. Dal 2014, utilizzando latte biologico danese, presso La Treccia, Luca e Oscar producono formaggi freschi come la mozzarella, la burrata, la ricotta rispettando il tradizionale metodo italiano della “cagliata “o pasta filata”. In questi anni di produzione e sperimentazione, grazie al loro tocco creativo e alla loro incontenibile voglia di mettersi in gioco e sperimentare, hanno inventato un prodotto caseario chiamato crumblino. Questo tipo di formaggio è nato in collaborazione con Hija de Sanchez 'Taquería a Copenaghen. Risulta salato e leggero al tempo stesso. È ritenuto una versione di lusso della tanto amata ricotta richiamando il sapore di un noto formaggio fresco messicano. Della loro passione per l’arte casearia italiana e di come i loro prodotti stanno riscuotendo tanto successo in Danimarca conversiamo piacevolmente con loro in questa esclusiva intervista.
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notizie Un assaggio d'Amalfi ad Altea Alicante Sapori mediterranei, week end gastronomici e corsi di cucina al Ristorante Il Timone
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notizie San Nicandro Garganico: tra saperi e sapori. L’antica sapienza nei prodotti tipici. Paesaggio, un sostantivo che nell’immaginario collettivo diventa una singolarità che ha del positivo.  Diciamo paesaggio per indicare le parti più caratteristiche e belle di un territorio, associando l’appellativo a visuali spettacolari, romantiche o emblematiche. Può essere di natura incontaminata, o uno scorcio armonioso che crea effetti cromatici senza paragoni.