Un’importante studio dell’Istat mostra come le società estere in Italia siano importanti per numerosi fattori. Il settore della ricerca e sviluppo, insieme a quello dei servizi sono tra i principali motori che fanno da traino all’economia italiana, con un apporto notevole in termini di investimenti e occupazione. Un fenomeno che andrebbe incentivato accrescendo il supporto alle infrastrutture e alla concessione di nuovi capitali di investimento.

Le imprese a controllo estero residenti in Italia sono 14.375 e occupano quasi 1,3 milioni di addetti. Lo rileva l’Istat. Il fatturato realizzato è pari a 489,3 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 88,5 miliardi. Le multinazionali estere hanno contribuito ai principali aggregati economici nazionali dell’industria e dei servizi con il 7,1% degli addetti, il 15,7% del fatturato, il 12,4% del valore aggiunto e il 12,5% degli investimenti.

Si sottolinea, inoltre, l’importante apporto del capitale estero alla spesa delle imprese per ricerca e sviluppo (24,6%) e agli scambi di merci con l’estero (con quote pari al 21,6% per le esportazioni e al 37% per le importazioni). Le controllate estere sono presenti prevalentemente nel settore dei servizi, con quasi 10.500 unità, mentre nell’industria ammontano a circa 3.900 unità.
La distribuzione geografica delle imprese a controllo estero, definita in relazione al paese di residenza del controllante ultimo, mostra una sostanziale prevalenza dei paesi dell’Unione europea sia in termini di imprese (60,6% di quelle a controllo estero) che di fatturato (59,4%). Gli Stati Uniti sono il paese che detiene il maggiore numero di imprese e di addetti a controllo estero (2.437 imprese e 286 mila addetti), seguito da Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera.

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