giardino_dei_ricordi

Pietrafitta (Umbria) – Varcare l’ingresso dell’ Abbazia Sette Frati , struttura millenaria eretta dai monaci benedettini, è un’esperienza suggestiva che ti apre le porte dell’anima alla percezione di memorie preziose di tempi lontani, riscaldandoti il cuore con quel tepore autentico che solo la cordialità e la testimonianza viva dei saperi/sapori della tradizione rurale sanno regalare.

Dal 1921 di proprietà delle famiglie Sposini, il pregevole complesso architettonico, in cui l’antico monastero troneggia in uno stato di ottima conservazione, è una riconosciuta meta ideale di vacanze per godere del verde e della pace delle campagne umbre.

Ai giorni nostri, al timone dell’azienda agricola e agriturismo racchiusi in questo scrigno di bellezza troviamo l’energica Sara Sposini , il cui motto “Nemmeno un albero cresce bene senza radici…” esprime appieno il suo profondo amore per la terra che, a mo’ di fertile humus creativo, ha saputo coordinare e far germogliare i diversificati talenti espressi da più personaggi nel comune intento di valorizzare la residenza d’epoca anche in veste di fucina d’idee artistiche e culturali di livello .

raccolta-zafferano
Sono difatti molteplici le proposte e gli angoli da scoprire che l’Abbazia ha in serbo per i suoi ospiti: si va dal micromuseo dedicato agli attrezzi della cultura contadina , agli orti popolati dalle coltivazioni di olivi e dai fiori color lillà di zafferano, passando attraverso l’evocativo “ giardino dei ricordi ” pervaso da aromi fragranti di lavanda, frutti e rose antiche, una location ideale per laboratori, ricorrenze e occasioni conviviali.

Il nostro cronista della redazione di Eccellenze Italiane ha raggiunto la giovane imprenditrice Sara Sposini per intrattenere una piacevole conversazione.

Sig.na Sara, la struttura che fa da sfondo all’Agriturismo “Abbazia Sette Frati” è stata eretta dai monaci benedettini.
Si tratta dunque di una scenografia d’eccellenza dove i vostri ospiti possono respirare durante la loro permanenza un’atmosfera unica, potremmo dire mistica.
Lei, fin da piccola, riferisce d’aver riconosciuto subito “la forza e l’energia magnetica” che permea questo luogo.. .
L’Abbazia dei sette Frati, proprio perché risalente al XII secolo, ha assorbito, negli anni, tanta storia e aneddoti avvenuti nel tempo ed io fin da quando ero piccola, a mia volta, assorbivo da essa tale energia che con la realizzazione del mio agriturismo, ho potuto condividere con tutte le persone che passano da qui.
Quando si entra in questo luogo è impossibile non sentire il caldo abbraccio che ti accoglie e girando nei vari angoli, ogni particolare ti può condurre verso altri tempi.
Inoltre la struttura è immersa nel verde e si sa che la stretta vicinanza alla terra riserva sempre emozioni particolari che non possono non coinvolgere.

volte-affrescate

Le volte affrescate, con motivi a grottesca, si estendono in tutti i loggiati

La vostra collezione di antichi attrezzi contadini simboleggia tutto l’amore e il rispetto per le tradizioni del territorio.
In un’epoca moderna dove tutti gli aspetti della vita sembrano essere subordinati alla pervasiva (ma in verità assai fredda) tecnologia “virtuale”, quant’è importante secondo Lei il poter riscoprire e toccare con mano i valori e le testimonianze espresse dal nostro passato?
Credo che sia di estrema importanza per costruire un futuro sano e consapevole.
Nella nostra struttura infatti, non manca mai modo per raccontare aneddoti provenienti dagli usi e costumi dei miei avi che abitarono qui fin dal 1921.
Attribuisco ai racconti tanta importanza perché sono tali valori o modi di vivere che hanno forgiato il mio desiderio di recupero, condivisione e rispetto della terra.
Con il recupero di attrezzi, usi e tradizioni del passato, spero di riuscire a far riavvicinare le persone alla natura ed alle cose “vere”.

micro-museo
Poiché si è dimostrata essere una fucina di creatività e cultura a 360 gradi, l’Abbazia Sette Frati è stata pittorescamente definita come”ARTIturismo”.
Quali saranno in futuro i prossimi eventi o manifestazioni che avete in cantiere?
L’Artiturismo non prevede una programmazione annuale, ma si muove strada facendo a seconda delle persone che in questo percorso incontro, e a seconda anche dell’ispirazione di chi vuole esprimersi nei nostri spazi.
In passato ho realizzato, in collaborazione con compagnie teatrali o cori di musica sacra, spettacoli nella chiesa, come anche esposizioni d’arte all’interno della parte abbaziale.
C’è ora in programma la messa in scena di un copione teatrale, ma ancora la data è da destinarsi.

Sig.na Sara, siamo rimasti molto colpiti anche dai particolarissimi e raffinati oggetti della sua produzione artistica.
Come è nata in Lei questa passione e come si è sviluppato l’intento di coniugare l’arte con la bellezza e semplicità dei frutti della terra?
La passione per l’arte in me è decisamente innata, da piccola infatti ero solita disegnare sempre, con la particolarità di farlo al contrario… cioè sottosopra, e al termine del disegno rigiravo il foglio!
Ho frequentato le scuole d’arte, sia quelle superiori che gli studi universitari, che si sono conclusi nell’anno 2008 e proprio in quell’anno ho cominciato a recuperare parte dell’abbazia per la fruibilità della struttura.
Il progetto agricolo ha viaggiato parallelamente a stretto contatto con la sfera artistica e, piano piano, il desiderio di applicare all’agricoltura un tocco artistico, si è fatto sempre più forte.
Oltre alle aree espositive che comprendono l’installazione permanente di alcune mie opere, ho pensato si utilizzare in parte anche i miei prodotti coltivati per creare una linea di artigianato artistico che fondesse il mio operato agricolo con quello artistico.
Da qui infatti nascono le lampade create con le zucche decorative che crescono negli orti e nel “Giardino dei ricordi”.
Tali zucche, una volta legnificate, si prestano bene ad intagli ed incisioni, che permettono alla luce di disegnare sulle pareti delle stanze, giochi e forme che a volte riprendono le linee delle grottesche delle volte abbaziali.
Oppure con lo zafferano – chiamato anche oro rosso – ho creato dei ciondoli o monili che possono essere indossati, oppure ancora dei portachiavi realizzati con i peperoncini che crescono nelle nostre aree verdi oppure le nostre bomboniere con l’olio d’oliva.

lampade_con_zucca

Se ha qualche altro aneddoto curioso me lo riferisca pure.
Ricordo un ragazzo, musicista, che ha girato tutti gli angoli dell’Abbazia con il proprio strumento e per ognuno di quegli angoli ha suonato un brano.
Oppure ricordo altri due musicisti che durante la messa serale – celebrata eccezionalmente nella chiesa in agosto per la festa della Madonna – senza preavviso sono entrati in chiesa e in forma spontanea hanno accompagnato l’omelia con un sottofondo di chitarra e mandolino.
Dopodiché, al termine della celebrazione, i miei clienti musicisti, si sono intrattenuti nella piazza d’ingresso esibendosi tra canti e balli popolari fino a tarda notte con me e i miei genitori, insieme all’intera comunità del paese di Pietrafitta.
In quella sera ho visto ballare e divertirsi anche le persone più cupe e seriose, è stata davvero una magia.

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