Cucinare.



Per me vuol dire sviluppare arte e creatività, nel rispetto degli equilibri tecnici e organici. Operare con coerenza e rispetto alla ricerca di prodotti biologici. Combinare gli alimenti tra loro esaltandone le caratteristiche organolettiche. Offrire al cliente un menu fatto di piatti classici e creativi, di scelta e di consigli soprattutto, di passione e amore, di cure e suggerimenti sul modo migliore di “nutrirsi”...

La creatività.
E’ il metro che segna la differenza tra la cucina di casa e la cucina dei grandi chef, trasformando la nostra, irrinunciabile, tradizione in qualcosa di più. E’ cosi che sono venuti fuori anche tanti piatti classici attuali. Basta fare un passo indietro nel tempo e immaginare che un panettiere che con l’ausilio dei pomodorini, del fiordilatte e di foglioline di basilico, nello spianare una “pagnottella di pane” ha dato origine a una delle combinazioni alimentari più apprezzate nel mondo: la pizza margherita.
Io credo in tutto questo.
La mia professionalità è stata fortificata dalle molteplici tecniche acquisite in alcune scuole settore di grande fama e in alber­ghi e ristoranti, sia nazionali che internazionali, dove gastrono­mia è sinonimo di ospitalità ed eleganza. Mi reputo molto for­tunato anche perché vivo in un posto dove posso scegliere tra i tanti prodotti, ittici o agricoli, che il nostro territorio sa rega­larci con abbondanza. Penso soprattutto che un buon pasto lo si può apprezzare dopo la buona o cattiva digestione dovuta alla qualità degli alimenti impiegati nelle ricette dei piatti proposti.