MIRANDA
CATEGORY: AVVOCATI STUDISei il proprietario? Richiedi l'ID anticontraffazione! Certifica che la tua Azienda è in possesso dei requisiti richiesti per l’inserimento in Eccellenze Italiane e richiedere l’erogazione di un ID Anticontraffazione, che sarà impresso sul certificato e sulla vetrofania che provvederemo a consegnarti e potrai poi esporre al pubblico.
ECCELLENZE CORRELATE
E’ una questione di stileDISTINGUERSI E NON CONFONDERSI
A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.…
Makò ha segnato la rivoluzione defla PIZZA a Reggio Emilia, trasformando un cibo troppo spesso di bassa qualità in un piatto delizioso e coniugando l'innovazione e la ricerca con il recupero di antiche tradizioni.
Il progetto nasce nel 2016 dalla passione per la pizza e la voglia di crescere: una società giovane, che vanta un'esperienza trentennale, nata con l'obiettivo di rielaborare la pizza valorizzandone l'artigianalità, mantenendo la sua anima tradizionale senza sofisticazioni gourmet ma attraverso un lavoro di ricerca delle materie prime, di studio degli impasti, di sperimentazione delle farine.
LA CUCINA:
Il nostro ristorante si distingue per una cucina di qualità con prodotti sempre freschi e di provenienza certificata, che vengono preparati giornalmente e cucinati al momento. le nostre ricette sono elaborate nel rispetto della tradizione.
Il nostro menù adotta in modo fedele le caratteristiche della cucina mediterranea. Grazie alla nostra passione e dedizione, siamo riusciti negli anni a distinguerci per qualità del servizio offerto e per la genuinità della cucina e della nostra pizzeria.
Il gusto della tradizione asiaghese.
Trattoria Ponte San Giovanni è un locale ricco di storia. Fondato nel 1891, col nome di Osteria Ponte San Giovanni, era un punto di riferimento per tutte le persone che si trovavano ad Asiago, grazie anche alla sua posizione centrale, sul corso principale.
Oggi offre prodotti eccellenti dall’aperitivo alla cena.
I piatti genuini, semplici e tradizionali sono preparati con ingredienti stagionali, freschi e del territorio.
Pur trovandosi lungo il corso di Asiago, in estate si può godere della tranquillità della piazzata antistante la chiesa di San Rocco.
Tornati dalla montagna, da una passeggiata in bicicletta nei nostri meravigliosi dintorni o dallo shopping, apprezzerete sicuramente il rilassarvi a tavola gustando buon vino e ottimo cibo.
Der Gastgeber
Stefano Daniele Palazzo – Daniele – ist in der Gastro-Szene in den Landkreisen Altötting und Mühldorf durch diverse Restaurants bzw. Ladengeschäfte bekannt und begrüßt mit seinem Team - mit großer Herzlichkeit – nun auch seit Januar 2020 Gäste und Kunden in der „Pescheria da Daniele“ am Katharinenplatz 29 in Mühldorf.
Der Vollblutgastronom liebt es seinen Gästen und Kunden auch Sonderwünsche zu erfüllen!
– Scheuen Sie sich nicht den Koch auch auf Gerichte/Fischsorten außerhalb der regulären Speisekarte/Thekenware anzusprechen.
Restaurante al puro estilo Italiano. Pasta fresca de elaboración propia por manos divinas.
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La nostra osteria
Uno stile elegante e raffinato in cui gustare splendidi piatti della tradizione toscana e italiana.
Semplicemente una piccola porta e un’antica finestra fanno da cornice all’ingresso di questo ristorante “nascosto” in Via delle Belle Donne. I piccoli tavoli e la loro apparecchiatura sono in stile tradizionale ma allo stesso tempo intimo ed elegante.
L’accoglienza amichevole, professionale e allo stesso tempo coinvolgente ti permetteranno di immergerti in un’atmosfera familiare e gustare i veri sapori della tradizione toscana.
L’Osteria Belle Donne è disposta su due livelli: al piano terra il caratteristico bancone contraddistingue la sala principale, al piano inferiore si può ammirare una sala con pavimento in cotto e pareti con pietre a vista, ideale per fare un tuffo nei sapori del passato. Questo meraviglioso spazio è l’ideale per organizzare una cena di compleanno, una festa di laurea, oppure un semplice ritrovo tra amici.
La cucina offre piatti della tradizione toscana e italiana preparati con materie prime genuine e stagionali cucinate secondo le antiche ricette. Gli chef consigliano le specialità della casa come le pappardelle al cinghiale, la pappa al pomodoro con stracciatella o il carrè di agnello al tartufo.
RISTORANTE • CRUDERIA • CROSTACERIA
Radici - Passione e Tradione del 1980
Il Capitano, la storia
Benvenuti, “Il Capitano” ha una storia vera che attraversa tre secoli. Comincia nel 1890. Una tempesta costringe il comandante a riparare nel porto di Pozzuoli con la sua piccola nave da carico. Riparte appena possibile per la Calabria ma quell’approdo di fortuna ha ormai segnato la sua vita. Ritorna a Pozzuoli dove trasforma un deposito di barche e attrezzi nella prima locanda della costa flegrea.
Per la gente del porto è ormai “Il Capitano”. Prende il mare quando può e serve il pescato cotto sui carboni. Fumo e profumo sono un irresistibile richiamo. D’estate ma anche nelle serate fredde d’inverno. “Il Capitano” raggiunge tane e secche che conosce bene. È questo il suo mare.
E la Locanda ha ormai la sua anima: la serenità di un rifugio, la gioia di accogliere, l’originalità del gusto.
“IN ITALY” nasce dall’idea di creare un prodotto che, oltre ad essere completo, rispecchi l’artigianalità del mestiere. Un mestiere che non si limita solo alla capacita di preparare un ottimo impasto ma comprende la trasformazione e la valorizzazione delle materie prime in modo genuino e non invasivo.
La Cantina Sociale di Quistello è nata nel 1928. Sono passati dunque 90 anni da quando un gruppo di
viticoltori la costituì.
Ci piace però pensare che la nostra Cantina fonda le sue radici in una storia ben più antica. Una storia fatta tanto di contadini quanto di poeti. Una storia che rimanda a tempi davvero lontani!
La zona di produzione del Lambrusco Mantovano è infatti una zona di antichissime tradizioni viticole e gastronomiche e per trovare le prime tracce di “Labrusca” o “Lambrusca”, come erano inizialmente chiamati i vigneti da cui deriva il nostro vino, è necessario volgere lo sguardo al passato.
A pochi km a sud est di Mantova, ad esempio, sorge un importante abitato etrusco del VI_IV sec a.C: il Parco Archeologico del Forcello. Il Forcello, che si trova nel Comune di Bagnolo San Vito, ha restituito una ricchezza e varietà di reperti davvero eccezionale. E tra questi non sono mancate preziosissime anfore da trasporto per vino.
Questi ritrovamenti supportano la tesi secondo cui il vino locale fu a lungo oggetto di esportazione.
La via marittima adriatica che giungendo dall’Egeo, sfruttava gli scali portuali di Adria e Spina, permetteva infatti di raggiungere in maniera abbastanza agevole la pianura padana, attraverso i percorsi
fluviali.
La “Labrusca” fu conosciuta oltre che dagli Etruschi anche dai Romani. Alcuni precisi riferimenti di scrittori latini nelle loro opere possono essere considerati, in tal senso, dei preziosi documenti, sulla presenza di questo vitigno e su come esso fosse conosciuto anche dalla popolazione Romana.
E’ di quasi 2000 anni fa, ad esempio, la citazione della “Vitis Labrusca” nella quinta Bucolica del poeta mantovano Virgilio che fu, evidentemente, un testimone prezioso e diretto della presenza del vitigno lambrusco nel territorio mantovano!
A tutt’oggi non è possibile risalire con precisione a quando sia stata presa in considerazione la coltivazione della vite Labrusca nel modo in cui viene concepita nei giorni nostri!
Di certo la coltivazione della vite assume un valore fondamentale alla fine del secolo XI con i monaci benedettini nei territori dell’abbazia di Polirone a San Benedetto Po. I monaci stabilivano agli affittuali il pagamento di un tributo annuo (la preménda). L’economista Ugo Ruberti rese noto come i contadini, utilizzassero l’uva dei vigneti del Lambrusco per assicurarsi un vino di alta qualità molto apprezzato dai monaci per il gusto, il profumo ed anche il colore intenso. ( Del resto già Plinio il Vecchio nella Naturalis
Historia scrive “… la vitis vinifera le cui foglie, come quelle della vite Labrusca, diventano di colore
sanguigno prima di cadere…”…)
A Ugo Ruberti, studioso quistellese, esperto d’agricoltura e viticoltura, si deve la scoperta del vigneto autoctono Grappello Ruberti. Testimonianze storiche di questo vitigno sono presenti dai primi del ’900, quando il famoso ampelografo Dal Masso dichiarò in un convegno del 1939 che per moltissimo tempo il Grappello Ruberti era stato l’unico vitigno coltivato in questa zona.
Nel 2013 il ministero dell’Agricoltura ha ufficialmente riconosciuto il Grappello Ruberti come vitigno la cui uva autoctona “è diffusa soprattutto nell’Oltrepò mantovano e in particolare nell’area della Cantina sociale di Quistello”!
Quella che in maniera semplice vi abbiamo raccontato non è che una parte di una storia davvero suggestiva che abbraccia secoli, popolazioni e territori!
E’ la storia di un vino che amiamo e a cui dedichiamo il nostro lavoro con impegno e passione consapevoli del privilegio che abbiamo nel portare avanti questa storia tanto lunga quanto speciale.
Produzione Cantina di Quistello:
Vini Rossi frizzanti: 80 Vendemmie Rosso (Lambrusco IGP di Quistello), 80Vendemmie Rosato (Lambrusco IGP di Quistello), Gran Rosso del Vicariato di Quistello (Lambrusco IGP di Quistello), Lambrusco Mantovano DOP (Lambrusco Mantovano DOP).
Vini Bianchi frizzanti: Gran Bianco di Quistello (IGP bianco Quistello), Dolce del Vicariato di Quistello (IGP bianco Quistello), Bianco Trebbiano ((IGP bianco Quistello).
Spumante Metodo Classico Brut: 1.6 Armonia
Mosti Cotti: Vin Cot, (riduzione di mosto di Grappello Ruberti di Quistello DE.CO. di Quistello).